I FIGLI DEL FIUME GIALLO, LA VIDEO RECENSIONE

Una storia d'amore e di onore lunga 17 anni, in cui Jia rivisita tempi e luoghi del proprio cinema. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Lorenzo Frediani.

A cura della redazione, venerdì 3 maggio 2019 - Video recensione

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Datong, 2001. Qiao e Bin gestiscono una bisca, finché un agguato attenta alla vita di Bin. Per salvarlo Qiao spara e viene arrestata. Uscirà di prigione cinque anni dopo, ma Bin ha cambiato vita e non vuole più vederla.
I figli del fiume giallo è un film in cui è possibile leggere l'intero percorso da cineasta di Jia Zhang-ke, da Unknown Pleasures a Still Life. Il regista, alternando pellicola e digitale, offre la sensazione anche visiva di attraversare un arco temporale in cui sono cambiati irreversibilmente la Cina, il cinema, Jia e la sua musa.

Un'opera complessa che conferma la capacità dell'autore di leggere i mutamenti della contemporaneità, in un Paese che procede veloce come i suoi treni, quando attraversano senza ritorno le lande desertiche dello Xinjiang.
A cura della redazione

In occasione dell'uscita al cinema de I figli del fiume giallo, in sala dal 9 maggio, Lorenzo Frediani interpreta la recensione di Emanuele Sacchi.

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