La serie di Molaioli e Messina mantiene il suo fulcro ma diventa meno esplicita.
Ritornano i nemici-amici Aureliano, Spadino e Gabriele, rispettivamente un malavitoso di Ostia, un membro di punta del clan degli zingari Anacleti e un ragazzo della Roma bene, figlio di un poliziotto, che alla fine della scorsa stagione è entrato in polizia a sua volta. Sulla capitale, nonostante i loro sforzi, continua però a regnare il Samurai, che cerca di manovrare il politico rampante Amedeo Cinaglia, candidato indipendente alle comunali e potenziale ago della bilancia in caso di ballottaggio. C'è poi Sara Monaschi, con i suoi agganci in Vaticano, interessata alla questione degli immigrati intesa anche come business del futuro. Manfredi, il fratello maggiore di Spadino è invece ancora in coma e così gli Anacleti sono governati da sua madre, inoltre entrano nella vicenda la poliziotta Cristiana, Nadia, figlia di un criminale di Ostia, e lo speaker radiofonico Adriano, che parla a un pubblico di sportivi e quindi popolare e trasversale.
L'affresco si allarga ed entrano temi tutt'ora caldissimi come la questione dei migranti e il suo rapporto con la sicurezza, ma al centro di Suburra - La serie rimane l'intrigo di potere tra malavita e politica, dove tutti i personaggi sono costretti a cinici compromessi.