SUBURRA - LA SERIE - STAGIONE 2, L'AFFRESCO SI ALLARGA TRA MALAVITA, POTERE E POLITICA

La serie di Molaioli e Messina mantiene il suo fulcro ma diventa meno esplicita.

Andrea Fornasiero, sabato 23 febbraio 2019 - Recensioni
Alessandro Borghi (38 anni) 19 settembre 1986, Roma (Italia) - Vergine. Interpreta Aureliano Adami nel film di Andrea Molaioli, Piero Messina Suburra - La Serie - Stagione 2.

Ritornano i nemici-amici Aureliano, Spadino e Gabriele, rispettivamente un malavitoso di Ostia, un membro di punta del clan degli zingari Anacleti e un ragazzo della Roma bene, figlio di un poliziotto, che alla fine della scorsa stagione è entrato in polizia a sua volta. Sulla capitale, nonostante i loro sforzi, continua però a regnare il Samurai, che cerca di manovrare il politico rampante Amedeo Cinaglia, candidato indipendente alle comunali e potenziale ago della bilancia in caso di ballottaggio. C'è poi Sara Monaschi, con i suoi agganci in Vaticano, interessata alla questione degli immigrati intesa anche come business del futuro. Manfredi, il fratello maggiore di Spadino è invece ancora in coma e così gli Anacleti sono governati da sua madre, inoltre entrano nella vicenda la poliziotta Cristiana, Nadia, figlia di un criminale di Ostia, e lo speaker radiofonico Adriano, che parla a un pubblico di sportivi e quindi popolare e trasversale.

L'affresco si allarga ed entrano temi tutt'ora caldissimi come la questione dei migranti e il suo rapporto con la sicurezza, ma al centro di Suburra - La serie rimane l'intrigo di potere tra malavita e politica, dove tutti i personaggi sono costretti a cinici compromessi.

È soprattutto questo ritratto disilluso e senza speranza a colpire di Suburra, sebbene la serie si sia fatta - senza più la regia di Placido - meno aggressiva, tanto che solo una scena di sesso è un po' esplicita e gli ammazzamenti sono meno brutali che in passato, quasi che la coproduzione di Rai Fiction questa volta abbia voluto farsi sentire di più.
Andrea Fornasiero

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