Un coraggioso esperimento con una protagonista interamente in CGI. Al cinema.
Sono passati almeno vent'anni da quando i personaggi realizzati tramite computer grafica hanno fatto la loro comparsa sul grande schermo in film non solo d'animazione ma anche live action. In certi casi, questa tecnica si è rivelata particolarmente efficace, specialmente per quanto riguarda personaggi animaleschi o mostruosi, come Gollum nella trilogia de Il signore degli anelli e Cesare nella saga de Il pianeta delle scimmie (guarda la video recensione)(entrambi interpretati da Andy Serkis). Per quanto riguarda personaggi antropomorfi, il discorso è diverso e in molti casi (è esemplare quello di Rogue One: A Star Wars Story) è stato soggetto a numerose critiche.
La Weta Digital, la compagnia di effetti speciali che ha lavorato al film, si è impegnata soprattutto a realizzare la pelle in maniera il più credibile possibile, anche perché, secondo le parole del produttore Jon Landau, "la pelle è un elemento fondamentale per far apparire reale un personaggio in CGI". Ma rendere il personaggio esteticamente convincente non è stata l'unica preoccupazione di Landau e di Rodriguez: la vera priorità era mantenere la promessa fatta all'attrice protagonista di non tradire la sua interpretazione stravolgendola con l'uso del CGI. "Non vogliamo l'interpretazione della Weta, vogliamo quella di Rosa" ha detto Landau in un'intervista con il sito CNET. Nel corso della stessa intervista, Rodriguez ha ribadito l'importanza della performance dell'attrice e soprattutto del contributo dato ai suoi espressivi occhi, che sono stati ingranditi per aderire all'aspetto di Alita nel manga. "C'è umanità lì dentro" ha affermato il regista. Ma come realizzare questo? Tramite la performance capture, che si basa su un lavoro fatto con molte telecamere piazzate intorno al set che registrano i segni a pennarello sul corpo vero dell'attore. Il sistema interpreta queste indicazioni, le inserisce nello spazio tridimensionale e crea uno scheletro che andrà dentro il modello CGI per guidare la performance (anche a livello microfacciale) di quel modello. In questo modo, il modello CGI riproduce in maniera estremamente fedele e realistica l'interpretazione che vi sta dietro.
Il risultato è un personaggio visivamente unico, abbastanza credibile da poter funzionare anche a fianco di personaggi interamente in carne e ossa ma abbastanza artificioso da poter risaltare tra essi. Alita - Angelo della battaglia (guarda la video recensione) ha già diviso i critici, ma una cosa è certa: si tratta di un film profondamente innovativo, che risalta le possibilità offerte dal CGI ma che al tempo stesso ribadisce la necessità, per quanto riguarda i film in live action, di una recitazione autentica, senza la quale gli effetti speciali sarebbero fini a sé stessi.