JOHN WAYNE, DA EROE AMERICANO A MODELLO DANNOSO PER I GIOVANI

L'American Psychological Association critica la figura dell'attore.

Pino Farinotti, martedì 22 gennaio 2019 - Focus
John Wayne (Marion Mitchell Morrison) Altri nomi: (Duke/ JW) 26 maggio 1907, Winterset (Iowa - USA) - 11 Giugno 1979, Los Angeles (California - USA).

L'American Psychological Association ha decretato che John Wayne, che rappresenta una "visione tradizionale della mascolinità" e che pone le donne in un ruolo insignificante e di subordine, è psicologicamente dannoso. Cita anche alcune delle frasi storiche di Wayne nei film "Un uomo deve fare ciò che deve fare". E ancora "Mai dare spiegazioni, mai chiedere scusa: sono segni di debolezza". Sono indicazioni, secondo quell'"Associazione", nocive all'equilibrio delle nuove generazioni. Dico che è certo possibile che Wayne rappresenti un modello antico, ma dannoso... I puntini pongono un quesito al quale cerco di rispondere raccontando una parte di John Wayne, dei film naturalmente.

Ne I Comanceros Wayne, ranger del Texas, cattura un bandito che gli offre del denaro perché lo lasci andare. Gli risponde: "Io ho quella che tu forse consideri una debolezza, sono onesto".
Pino Farinotti

È bene ricordare anche quella qualità, non banale. Ed è vero, il suo personaggio rappresenta(va) una sorta di giustiziere che raddrizza torti individuali, collettivi e nazionali. Non ha le sfumature di un Gary Cooper, ma non è neppure il portatore monocorde di un unico messaggio. Che Wayne declinasse lo spirito dell'eroe non è roba solo di questa epoca. Nella pratica corrente degli Anni Settanta, quando tutto si era capovolto e nel western i buoni erano diventati gli indiani, di Wayne si cominciava a dire che non aveva mai indossato una divisa in vita sua, che era fascista e reazionario. Tutte idiozie. È vero che John stava sistematicamente dalla parte del candidato repubblicano, è vero che credeva nei valori della patria e della famiglia e può essere che identificasse se stesso coi propri ruoli. Ma tutto ciò va inteso come elementare, apolitica, magari ingenua espressione di uno yankee tutto d'un pezzo. Ideologie, nessuna.

In foto John Wayne e Maureen O'Hara in Un uomo tranquillo.
Una scena di Ombre rosse.

Un passo indietro. Negli Anni Quaranta e Cinquanta, primi Sessanta, non c'è dubbio che l'attore fosse il modello, l'eroe americano, in assoluto. Tanto che attirò le attenzioni di un personaggio scomodo e pericoloso: Stalin. Qualcuno della propaganda del Kgb suggerì al russo che togliere di mezzo quell'attore sarebbe stato un colpo durissimo per i nemici americani e un trionfo per i bolscevichi. Il dittatore aderì. L'azione venne organizzata ma Wayne venne protetto e forse Stalin, appassionato di western, non insistette più di tanto. A rivelare il complotto fu Nikita Kruscev durante una visita in America nel 1964 dopo che era stato deposto.

Che l'America e la sua cultura non siano più quelle di quegli anni e che Wayne sia superato non c'è dubbio. Ma che sia un modello dannoso... davvero no. Il focus dei relatori dell'"Association" è solo sul Wayne dei western. Ma John, il "duca", ha raccontato ben altro.
Pino Farinotti

Le donne per esempio. Ci sono film in cui sono valorizzate, eccome. In Ombre rosse Ringo-Wayne è l'unico di una piccola comunità -la famosa diligenza- a non emarginare Dallas, la prostituta che tutti evitano. Alla fine... la sposa. Mi sembra un bel segnale di rispetto. Nel 1952 stupisce tutti nel ruolo dell'amoroso in Un uomo tranquillo, fra i massimi capolavori, di Ford. Il grande bacio nel vento, dinamico e (quasi) violento con cui strega la rossa Maureen O'Hara, è una sequenza da cineteca, pari al leggendario bacio, a rate, fra Grant (l'amoroso per eccellenza) e Bergman in Notorious. Valgono le battute finali di Torna El Grinta. Wayne ha accompagnato e protetto Katharine Hepburn durante tutto il film, in un battibecco continuo, anche forte. Lui è "Wayne", lei una predicatrice. Alla fine, separandosi, lei dice: "Conoscere lei è stata un'avventura che ogni donna dovrebbe sperimentare una volta almeno. Penserò a lei, col suo volto abbronzato, la sua pancia sporgente, le sue mani come zampe d'orso, e il suo occhio lucente. E devo dire ancora che lei fa onore a tutto il sesso maschile e sono felice di averla come mio amico".

Katharine Hepburn è stata la più combattiva, intelligente, "secolare" femminista del cinema americano, sempre a contrastare uomini prepotenti. La sua dichiarazione è per John Wayne una medaglia che vale molto di più della proposta di una "Association" qualunque.
A chiudere, una considerazione: il coraggio, l'energia, l'onestà, la sicurezza, è roba che può andar bene anche ai nostri tempi: aggiungo che ce ne vorrebbe di più. Un sospetto: che una critica al supermacho Wayne, certamente amato da Donald Trump, sia l'ennesimo regalo della cultura americana al Presidente.
E un assioma a sdrammatizzare: sempre (e solo) di cinema trattasi.

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