L'attore interpreta un misterioso e malinconico scienziato in Tito e gli alieni, ora su TIMVISION.
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Il ragazzo della Garbatella, stavolta, incontra gli extraterrestri. Il pluripremiato Valerio Mastandrea è, infatti, il protagonista della fiaba fantascientifica Tito e gli alieni, un'escursione in territori ufologici alla cui guida si è posta la regista milanese Paola Randi (Into Paradiso, 2010). L'attore e produttore romano, nuovissimo e per sua stessa ammissione poco innamorato di questo talvolta angosciante genere cinematografico (che rimane comunque una landa difficilmente battuta dal nostro cinema), sfrutta il suo impareggiabile tocco recitativo per dare corpo a un personaggio che, nonostante tutto, non è molto lontano da quelli precedentemente interpretati.
Sarà l'arrivo dei suoi due veraci nipotini napoletani, Anita e Tito, figli di suo fratello e di lui rimasti orfani, a rompere la sua noiosa e pigra routine, trascorsa per lo più su un divano in mezzo al deserto del Nevada. L'incontro ravvicinato tra questi due lutti, che sembrano non volersi elaborare, porta il solitario e anchisolato dalla tristezza Professore ad accorgersi dell'affetto che ancora può provare e, chissà, forse anche dell'amore che potrebbe nutrire per Stella (Clémence Poésy) stralunata organizzatrice di matrimoni a tema alieno.
Con indolente ironia e alternato cinismo, uno scombussolato Mastandrea sdrammatizza la morte e supera l'affranta depressione che segue la perdita di chi si ama giocando con il folklore ufologico ai margini della proibita Area 51. O perchè no, anche rompendosi le tibie (come ha raccontato lui) mentre balla un valzer con il robot Linda!
Grazie a questa interpretazione, il volto lanciato dal "Maurizio Costanzo Show" nella metà degli Anni Novanta e che dimostrò di essere all'altezza di un mestiere così difficile a suon di altissime performance come quelle in Viva la libertà, Romanzo di una strage e Fiore, aggiunge ai suoi premi anche quello come miglior attore al Bif&est, il Bari International Film Festival.