In un mondo con più ombre che luci, De Angelis pianta come un fiore la speranza, la prospettiva dell'umanità. Recensione di Marzia Gandolfi, legge Roberta Azzarone.
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Maria ha un cane e una vita dannata. Ripescata in mare come un rifiuto, traghetta povere anime sul Volturno: donne trasformate in contenitori, che private della dignità, della libertà e della maternità, affittano l'utero per sopravvivere. La scoperta di una gravidanza inattesa scuote Maria dal profondo: incinta e in fuga, la donna sente crescere col ventre il bisogno di essere migliore.
Edoardo De Angelis pianta come un fiore la speranza in un luogo moribondo, bagnato dal Volturno e infestato da orrore ordinario. Con pudore e discrezione, il regista fruga sul volto della sua protagonista, che ha la solidità terrena di Pina Turco, e porta a galla la sua anima.
In occasione dell'uscita al cinema di Il vizio della speranza, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.