ROBERT REDFORD, L'ULTIMO COLPO DELL'EROE PER ECCELLENZA

Old Man & the Gun segna l'ultima cavalcata dell'attore prima del definitivo ritiro dalla scena. Dal 20 dicembre al cinema.

Marzia Gandolfi, sabato 15 dicembre 2018 - Celebrities

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Robert Redford (Charles Robert Redford Jr.) (88 anni) 18 agosto 1936, Santa Monica (California - USA) - Leone. Interpreta Forrest Tucker nel film di David Lowery Old Man & the Gun.

Robert Redford ha promesso, addirittura giurato in un'intervista sul magazine "Entertainment Weekly", che Old Man & the Gun sarà il suo ultimo film da attore. Dopo sessant'anni di onorevole servizio, il divo fa un inchino e si congeda con la commedia di David Lowery, in cui incarna Forrest Tucker, ladro gentiluomo celebre per le sue rapine e per le sue evasioni (diciotto riuscite, dodici fallite). L'attore resta fedele alla sua galleria di personaggi irresistibili, anche quando si tratta di gangster e truffatori (Butch Cassidy, La stangata), e mette il punto su una carriera grande come il suo Gatsby. il misterioso e ambiguo milionario di Francis Scott Fitzgerald che lo consacrò seduttore sovrano degli anni Settanta.

Difensore dei grandi miti e degli spazi americani, Robert Redford ha qualcosa di Gary Cooper, la tranquillità dell'uomo dell'Ovest, la lealtà dello sguardo azzurro, l'eleganza e l'innocenza perduta dell'America. È forse la mancanza di difetti a donare ai suoi personaggi e ai suoi film quella distanza sospesa, quell'esitazione a bruciarsi le ali, quell'impertinenza misurata che fa vibrare lo schermo.
Marzia Gandolfi

Nato nel 1937 in California, cresce a Santa Monica in un quartiere povero e a forte maggioranza ispanica. Ammesso all'università del Colorado, grazie al suo talento di giocatore di baseball, alza il gomito e viene espulso. A vent'anni si imbarca per l'Europa e si sogna pittore all'ombra di Modigliani e Goya. Di ritorno a New York si iscrive alla Dramatic Arts Academy, debutta a Broadway e poi al cinema nel 1961 ma è nel 1969, nel western solare di George Roy Hill che diventa Robert Redford.

A trentatré anni e a fianco di Paul Newman, suo idolo e suo doppio, interpreta Sundance Kid in Butch Cassidy, ballata fraterna e passaggio di testimone tra due generazioni di playboy dall'allure imperturbabile. Eroe per eccellenza, incarna il sogno americano in tutta la sua grandezza e il suo splendore biondo. Da Come eravamo a Tutti gli uomini del presidente, dalla Stangata a I tre giorni del Condor, passando per La mia Africa e L'uomo che sussurrava ai cavalli, Robert Redford ha marcato un numero impressionante di classici col suo senso dello spazio e della bellezza dei sentimenti.

In foto una scena del film Old Man & the Gun.
In foto una scena del film Old Man & the Gun.
In foto una scena del film Old Man & the Gun.

Sbarazzatosi dei travestimenti imposti dalla società nella cavalcata ribelle di Pollack (Il cavaliere elettrico), l'eterno Sundance Kid ha volto allo stesso modo l'arte in impegno politico. Osservatore appassionato dell'America e delle sue contraddizioni, Robert Redford ha sperimentato l'introspezione drammatica tra Pollack e Penn, scoperto il registro brillante, coronato con premi una carriera di attore e regista che affonda in un intenso apprendistato televisivo. Come John Steinbeck o Elia Kazan è il rappresentante di un'America che oscilla tra sogni di giustizia sociale e conservatorismo morale. Democratico col cuore, repubblicano quando la causa lo richiede, non ha esitato a sostenere Obama ma a incalzarlo senza riguardo il giorno in cui ha mancato alle sue promesse.

Dolce e solenne dietro le rughe che incorniciano i suoi occhi blu, dal 1978 si dedica alla promozione del cinema indipendente. Ficcato nelle rocce dello Utah, il Sundance è uno dei festival imprescindibili della scena indipendente mondiale attraverso cui Redford rivendica la libertà artistica e la libertà di scegliere.
Marzia Gandolfi

Sospeso tra arte e natura, questo elettrico cowboy sembra avere ancora qualche misterioso adagio che gli sussurra all'orecchio. In Old Man & the Gun si ritaglia la parte del leone, un irresistibile bandito che svaligia banche e innamora la vedova di Sissy Spacek. Un fuorilegge che non rinuncia naturalmente alle buone maniere e alla sua passione per le rapine. Come Gran Torino per Clint Eastwood, il film di David Lowery diventa il testamento artistico di Robert Redford.

Se Eastwood aveva una reputazione da demolire, quella del poliziotto fascista, del giustiziere razzista, del cowboy spietato e del lupo solitario e irascibile che si vendica di chiunque gli pesti i piedi, Redford non mette in discussione i personaggi che lo hanno determinato ma Old Man & the Gun assume ugualmente una dimensione crepuscolare. L'evocazione della fine della vita di un uomo, che persevera in quella che è stata l'occupazione maggiore della sua esistenza, recitare un ruolo è un po' come rubare (gesti, espressioni, identità), trasmette il gusto del lavoro e dell'azione all'agente di Casey Affleck. È in fondo questa l'eredità di Redford come quella di Eastwood, che salvano le situazioni con autorità facendo finta di sfoderare una pistola e puntando le dita come in un gioco di bambini. Robert Redford fa il bilancio di una carriera, dei personaggi che ha interpretato, del mito che incarna, di un cinema americano fondato (soprattutto) su eroi positivi, e infila per l'ultima volta l'ingresso di una banca.

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