Un biopic che si sforza di piacere a tutti ma che rimane privo di quella luccicanza che ha reso Mercury immortale. Recensione di Marzia Gandolfi, legge Lorenzo Frediani.
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Da qualche parte nei sobborghi londinesi, Freddie Mercury è ancora Farrokh Bulsara e vive con i genitori in attesa che il suo destino diventi eccezionale. Contrastato dal padre, vive soprattutto per la musica. Dopo aver convinto Brian May e Roger Taylor a ingaggiarlo, l'avventura comincia. Insieme a John Deacon diventano i Queen.
L'attore Rami Malek è assoldato per una missione praticamente impossibile: reincarnare l'assoluto, quel mostro di carisma e virtuosità che era Freddie Mercury. In soccorso dell'interprete arriva il playback che a occhi chiusi fa sognare. Il film non arriva mai però a trascendere i passaggi stabiliti del biopic, concentrandosi su una star sola e infelice.
In occasione dell'uscita al cinema di Bohemian Rhapsody, in sala dal 29 novembre, Lorenzo Frediani interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.