Il regista napoletano dirige Il vizio della speranza. Dal 22 novembre al cinema.
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Il cinema italiano contemporaneo, quello di Virzì, Genovese, Rohrwacher, Garrone, Sorrentino e Sollima, sta parlando al mondo. E il mondo, con le orecchie tese, lo sta ascoltando. Ma in questo coro di voci, alcune addirittura impreziosite da prestigiose onorificenze mondiali, ce n'è anche una giovanissima, e non per questo meno ipnotica. Parla in strettissimo dialetto napoletano ed è ricca di toni, timbri, colori.
È la voce di Edoardo De Angelis.
Gli è bastata una manciata di titoli per mettere in chiaro il suo stile. Fin dall'inizio e con risultati molto significativi ed entusiasmanti. Un neonato corpus artistico che è già forte rappresentanza di una nuova settima arte nostrana.