Babele di 25.000 abitanti registrati e di 15.000 immigrati africani senza permesso, la città campana è protagonista del nuovo film di Edoardo De Angelis, premiato a Roma e a Tokyo e dal 22 novembre al cinema.
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Little Africa. Beirut. "La polveriera". Ma forse la definizione più calzante di Castel Volturno, il comune in provincia di Caserta stretto tra camorra e mafia nigeriana, l'ha coniata Sergio Nazzaro nel suo Castel Volturno (Einaudi): "una Gotham City del Sud, ma senza Batman". Background d'elezione criminale per Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis - premio del pubblico alla scorsa Festa del Cinema di Roma - , Castel Volturno e il suo litorale sono stati il setting di Fortapasc di Marco Risi, di Gomorra e L'imbalsamatore di Matteo Garrone, della serie La squadra, de L'uomo in più di Paolo Sorrentino, di Là-bas di Guido Lombardi e ancora Indivisibili, dello stesso De Angelis.
Un paese allo sbando in cui le fogne saltano, le strade sprofondano, mancano i soldi per abbattere le case abusive sul demanio pubblico e la criminalità internazionale e nazionale dilaga. Soffocando soprattutto i più deboli.
Il fiume Volturno, Castel Volturno e Villaggio Coppola, frutto della speculazione edilizia dei cosiddetti "palazzinari dell'Agro aversano", fanno da sfondo al film di De Angelis ma anche a una delle piaghe più purulente del territorio: la prostituzione, vero motore economico della criminalità di zona. Non a caso dal 2015 i mediatori culturali e medici di Emergency registrano nei loro ambulatori di Castel Volturno una media di 150 nuovi ingressi al mese. E si tratta quasi sempre di donne in difficoltà: 4000 in un anno, più della metà degli accessi totali, con 126 fascicoli per interruzione di gravidanza aperti in 365 giorni.
Le vittime dello sfruttamento sessuale sarebbero soprattutto donne africane tra i 20 e i 30 anni, che nel 70% dei casi devono ancora finire di pagare il "passaggio" in Italia (secondo il rapporto Oim impiegano due anni per saldare). Ne lavorerebbero 500 nell'area di Castel Volturno, mentre le caucasiche (ucraine, romene, albanesi e bulgare) opererebbero nelle zone limitrofe di Mondragone, Sant'Antimo e Aversa. Un business da un miliardo di euro, secondo i dati Transcrime, che finirebbero nelle tasche della criminalità campana: se i trafficanti nigeriani facilitano l'ingresso illegale dei migranti, i loro sfruttatori finali sono nella maggior parte dei casi italiani.
Ma il nuovo film di De Angelis allude anche ad altre pratiche criminali diffuse sul territorio, pratiche che mettono minorenni - spesso in tenera età - al centro di un vero business dell'orrore. Da una parte e adozioni clandestine e la cosiddetta "tratta dei bambini", utilizzate come forma di riparazione a "incidenti di percorso" subiti dalle prostitute.
Dall'altra una pratica ancora più oscura, quasi indicibile nella sua ferocia, che consisterebbe nell'obbligare le donne a partorire anche se il neonato è morto. Perché l'espianto e il traffico di organi, per i criminali della Gotham del Sud, non è che un'attività come le altre. Anzi, persino più conveniente. "Può rendere moltissimo - ha dichiarato in una recente intervista il capo della sezione campana dei Ros - più del traffico di droga e del mercato della prostituzione".