Un film in cui, in un continuo intersecarsi di tempi tra presente e memoria del passato, ci si chiede cosa ne sia stato delle utopie giovanili. Recensione di Giancarlo Zappoli, legge Roberta Azzarone.
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Toby è un geniale ma anche cinico regista di spot che si trova su un set spagnolo in cui sta lavorando su un soggetto legato a Don Chisciotte. L'incontro con un gitano gli fa ritrovare la copia di una sua opera giovanile avente lo stesso tema.
Costruisce un film non tanto spettacolare, quanto complesso sul piano di una riflessione (amara) sul fare cinema. Pensare a Weinstein & co. non è difficile in un film in cui ci si chiede cosa ne sia stato delle utopie giovanili. Oggi i 'giganti' con cui confrontarsi si sono moltiplicati e per lottare con loro occorre forse una dose di follia. È quella su cui Gilliam punta tutto di film in film.
In occasione dell'uscita al cinema di L'uomo che uccise Don Chisciotte (guarda la video recensione), in sala dal 27 settembre, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Giancarlo Zappoli.