Un'opera che celebra l'eroismo discreto dei gesti e delle parole dei cittadini che si sono improvvisati soccorritori.
13 novembre 2015, Parigi. Allo Stadio di Francia si tiene l'amichevole Francia-Germania quando un'esplosione scuote l'ingresso del settore D. La partita prosegue, ma altre sparatorie ed esplosioni si succedono in vari luoghi di Parigi. Intanto il Bataclan, dove stava suonando un gruppo heavy metal californiano, si trasforma in teatro dell'orrore. 90 persone rimarranno uccise in quella terribile strage che ha sconvolto la Francia e il mondo intero.
Attraverso le testimonianze di persone accomunate dalla tragedia, dai sopravvissuti ai vigili del fuoco, dagli agenti di polizia ai leader del governo francese, i registi cercano negli sguardi delle persone l'orrore di una giornata difficile da dimenticare. Da David, un giovane ragazzo sopravvissuto al massacro del Bataclan fino all'ex presidente francese, François Hollande, che ha avuto l'arduo compito di gestire la situazione di crisi, quaranta sopravvissuti si succederanno sullo schermo per narrare sensazioni e ricordi dell'attacco terroristico.
Il sottotitolo, Fluctuat nec mergitur, diventato il motto di Parigi, spiega bene l'atteggiamento di resilienza di una comunità che "è sbattuta dalle onde ma non affonda". Dal montaggio sobrio di Fabrice Roualt, il documentario celebra l'eroismo discreto dei gesti, delle parole dei cittadini che si sono improvvisati soccorritori. Con la stessa linea guida del documentario sull'11 settembre, i fratelli Nadet hanno così cercato di far emergere il meglio dell'essere umano dalla peggior situazione possibile.