Il thriller di Yang Woo-seok costruisce un difficile ma fondamentale rapporto di collaborazione tra personaggi delle due Coree. Guardalo a Udine oppure subito su Netflix.
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Eom Chul-woo è un buon padre di famiglia e un ex-agente delle forze speciali nordcoreane, che ha dovuto lasciare l'incarico e prende antidolorifici per una ferita. Un suo ex superiore lo raggiunge in segreto per affidargli una missione "in nero", ignota ai vertici dei servizi, visto che sarebbe in atto un tentativo di colpo di stato e non possono fidarsi di nessuno. Le cose prendono però una drammatica piega quando un attacco missilistico stravolge la sua missione e ferisce il leader supremo nordcoreano, che Chul-woo cercherà di salvare mentre sfugge a misteriosi sicari, recandosi in Corea del Sud.
Qui incontra il suo quasi omonimo Kwak Chul-woo, segretario agli affari esteri e alla sicurezza nazionale, che ha due figli ma li vede raramente perché separato dalla moglie. Insieme dovranno superare la reciproca mancanza di fiducia, e le barriere culturali, per cercare di dipanare la matassa dell'intrigo e impedire che le cose degenerino fino a un attacco nucleare.
Le tensioni e le paranoie da infinita guerra fredda tra Corea del Nord e del Sud erano già state sfiorate dal precedente film scritto e diretto da Yang Woo-suk, Attorney del 2013, sul caso realmente accaduto di alcuni giovani coreani del Sud arrestati con l'accusa - del tutto costruita - di essere simpatizzanti del Nord, quando in realtà era semplicemente invisa al governo la loro attività culturale. Il film fu un grosso successo, cosa che ha permesso al regista e sceneggiatore di avere ingenti mezzi per realizzare questa sua opera seconda.
Steel Rain, che significa pioggia d'acciaio, è un film con effetti speciali di notevole qualità in rapporto alla computer graphic spesso non ineccepibile dell'industria cinematografica sudcoreana. In particolare colpiscono due scene: lo spaventoso bombardamento con ordigni a grappolo che dà il titolo al film, e lascia a terra una vera e propria distesa di morti, e una sorta di duello nucleare tra superpotenze davvero terrificante.
Il regista sceglie di non inquadrare mai in volto il leader coreano, che non viene del resto nemmeno nominato e tutti si riferiscono a lui come al Numero Uno (sebbene non manchi una battuta sulla sua pancia). Sono invece protagonisti assoluti Jung Woo-sung, che era "il buono" nel western coreano Il buono, il matto, il cattivo di Kim Jee-woon, e Kwak Do-won, che ha recitato anche in Attorney e recentemente si è visto nell'intenso The Wailing. I due avevano per altro già lavorato insieme nel poliziesco Asura - The City of Madness.
Steel Rain non è certo il primo titolo a costruire un rapporto di difficile collaborazione tra personaggi delle due Coree e qui i due incarnano letteralmente il teso comunismo, ridotto all'osso, e il più placido, pingue e apparentemente benevolo capitalismo. I personaggi però trovano umanità e punti in comune, secondo una ricetta nazionalpopolare dove la famiglia in fondo ci avvicina come struttura sociale primigenia, terreno che travalica le altre differenze. Ma questo non significa che quando ci sia da combattere non si faccia sul serio: le coreografie di lotta in cui si esibisce Jung Woo-sung sono precise e assolutamente letali.