Giacomo Ferrara interpreta il fratello minore di Manfredi Anacleti, il capo di un potente clan di zingari, che da anni spadroneggia in alcune zone di Roma.
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Spadino è il fratello minore di Manfredi Anacleti, il capo di un potente clan di zingari, che da anni spadroneggia in alcune zone di Roma (chiaramente ispirato alla famiglia dei Casamonica). È un ragazzo esuberante che mal sopporta l'autorità del fratello, il quale oltretutto gli sta combinando un matrimonio con la figlia di un'altra importante famiglia di zingari. Se Manfredi ha l'ambizione di arrivare ai tavoli dei potenti come il Samurai, Spadino soffre invece per la propria natura repressa: nasconde infatti la sua omosessualità e ovviamente il prospetto delle nozze non lo entusiasma. Quando si ritrova insieme ad Aureliano e a Lele, con un prete in overdose tra le mani, accetta di mettere da parte l'inimicizia tra il suo clan e quello di Aureliano, di cui oltretutto subisce il fascino virile. In questo nuovo circolo di amici trova una libertà che in famiglia non ha mai avuto e che rende il rapporto con il fratello e la promessa sposa ancora più sofferto.
Il carattere eccentrico di Spadino, che era anche nelle prime scene del film di Stefano Sollima, ne fa un personaggio imprevedibile, a metà tra un buffone che ama esibirsi, dando spettacolo con movenze da ballerino, e un pericoloso criminale sempre pronto a sfoderare il coltello. Sebbene sia in una posizione di potere all'interno del clan non ama lavorare con gli altri e preferisce muoversi indipendentemente e al di fuori delle regole. Dovrà comunque venire a patti almeno con la promessa sposa, che apprezza il suo spirito libero ignorandone però le preferenze sessuali. Rispetto ai più tesi Aureliano e Lele, sempre sotto pressione, Spadino vive la loro avventura comune con maggior allegria e vitalità, quasi entusiasta di aver trovato amici con cui potersi divertire, anche se nemmeno a loro ha il coraggio di rivelare la propria omosessualità.