Tom Cruise è un personaggio passivo che si lascia sedurre dal denaro. Al cinema.
Il tuo browser non supporta i video in HTML5.
Resistendo alla tentazione di immaginare che cosa sarebbe stato Barry Seal - Una storia americana in mano a un regista di rango artistico superiore (pensiamo segnatamente a Steven Soderbergh), si possono individuare alcuni elementi di grande interesse nel film di Doug Liman. La storia - vera, ancorché arricchita di romanzesco - della spia per caso rappresenta un trattatello tutt'altro che inutile sulla politica americana e sul rapporto con l'inconsapevolezza ideologica del cittadino.
Seal è un tipo che coglie le opportunità che gli vengono proposte, difficilmente ne crea una, raramente riesce a vedere al di là dell'immediato, e proprio per questo la sua esistenza è finita come è finita.
Il fatto che questa parabola sia accaduta (e dunque sia ambientata) tra fine anni Settanta e metà anni Ottanta, in un periodo inizialmente segnato da una crisi economica durissima e poi sfociato nella cavalcata liberista dell'era Reaganomics, non può che corroborare la sensazione di una storia che chiede di essere interpretata come exemplum (sia pure limite) della follia soggiacente al sogno americano. American Made, infatti, è il titolo originale, leggermente diverso e più beffardo di un Made in America.
Stupisce, peraltro, la presenza ormai quasi martellante di Pablo Escobar nel cinema e nella televisione contemporanee. Difficile trovare spiegazioni a questo revival così insistente di una figura scomparsa ormai molti anni fa. Chi ha seguito con attenzione le prime due stagioni di Narcos su Netflix avrà senz'altro potuto reincontrare personaggi e situazioni note, questa volta però non osservate dall'interno della società colombiana bensì dall'esterno, da parte di un pilota - uomo opaco e senza evidenti qualità umane - per il quale la politica estera statunitense e le nazioni del centro America altro non sono che rotte da seguire e puntini su una cartina geografica. Escobar è probabilmente anch'egli da considerarsi ormai un personaggio mitico, con buona pace di tutti gli eventuali dubbi etici sul promuoverne la figura di luciferino fascino.
I problemi di Barry cominciano quando letteralmente non sa più dove mettere i soldi che guadagna: le banconote, pur pigiate e arrotolate, hanno uno spessore, e la loro mole - non fermandosi mai la sete di denaro - finisce con l'impedire l'esistenza, occupare lo spazio vitale, tradire i desideri stessi di stabilità. Anche i gioielli, così importanti per il finale del film, sono importanti se indossati e non valgono nulla se non a contatto con il corpo della moglie di Barry.
Ecco perché forse un cineasta di maggior personalità avrebbe potuto trasformare questa paradossale e in fondo mostruosa storia di criminalità para-legale in un vero e proprio romanzo contemporaneo sul perché un tempo l'America era "great" e sulle ragioni per cui ora qualcuno spera di farla tornare grande "again".