Un intrigante thriller psicologico con la candidata agli Oscar Naomi Watts nel ruolo di una terapeuta che instaura pericolose relazioni con persone molto vicine ai suoi pazienti.
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Jean Holloway è una terapista che opera in un centro, a Manhattan, dove dopo le sedute discute delle difficoltà dei pazienti insieme ai colleghi. La sua è una vita ricca, con un marito affermato e affettuoso e una figlia di cui entrambi accettano e difendono l'atteggiamento da maschiaccio e l'interesse per le altre bambine. Eppure Jean cova un turbine di sentimenti repressi, che i suoi pazienti non fanno che stuzzicare con i loro racconti. Una madre è ossessionata dalla figlia e preoccupata dall'indipendenza che questa sta dimostrando, e Jean ne è così incuriosita che in incognito decide di conoscerla. Ma ancora più irresistibile è il racconto che Sam fa della sua ex Sydney, per lui unica ragione di vita e che con un'esibizione canora stregherà anche Jean.
Ideata da una esordiente assoluta, la trentunenne Lisa Rubin, la serie, con una prima stagione di 10 episodi, si regge anche sulle spalle di Sam Taylor-Johnson, regista e fotografa inglese, moglie dell'attore Aaron Taylor-Johnson e famosa per aver fatto segnare il maggior successo, al primo weekend di box office, per un film diretto da una donna con Cinquanta sfumature di grigio (da poco superato da Wonder Woman). È lei che oltre a fare da producer ha firmato la regia dei primi due episodi.
La scelta di un'autrice cinquantenne, che arriva da un film dai toni erotici e che ha fatto parlare di sé sui tabloid per il matrimonio con un uomo che per età potrebbe essere suo figlio, sembra davvero perfetta per la storia di una donna di mezza età che riscopre la propria sensualità.
A interpretarla è stata chiamata Naomi Watts, attrice due volte nominata all'Oscar: nel 2003 per 21 grammi e nel 2012 per The Impossible. A parte per gli inizi della sua carriera, da quanto Lynch l'ha lanciata con Mulholland Drive Watts non era mai tornata in Tv e solo quest'anno ha rotto gli indugi, con un ruolo secondario nel ritorno di Twin Peaks e ora come protagonista di Gypsy.
Gypsy non è certo la prima serie con protagonista un analista: senza risalire a Frasier, nella Platinum Age of Television abbiamo avuto In Treatment, Huff e ora Chance, ma se quest'ultimo è un thriller con forti venature crime, gli altri due erano storie di uomini più o meno in crisi. Huff aveva un fratello in manicomio e un paziente si uccideva di fronte a lui, Paul Weston di In Treatment era invece logorato da anni di ascolto dei pazienti e dalla terapia con la sua intransigente maestra. La storia di Gypsy è meno concentrata sulla psicanalisi rispetto a In Treatment, ma non arriva ad accumuli drammatici eccessivi come in Huff per movimentare la storia, affidandosi invece alla scrittura e alla solidità di interpretazioni e regia.
Il ruolo della cantante fatale Sydney è vestito da Sophie Cookson, nota come Roxy in Kingsman, mentre il marito Michael è incarnato da Billy Crudup anch'egli da sempre distante dalla Tv. Attore di notevole talento, spesso sottoutilizzato da Hollywood, Billy Crudup si era fatto notare con The Hi-Lo Country di Frears e Quasi famosi di Crowe, ma solo recentemente ha riguadagnato visibilità grazie a Il caso Spotlight, Alien: Covenant e soprattutto Jackie di Pablo Larraín, dove era il giornalista intervistava la First Lady. Il suo Michael è un personaggio che come Jean sembra covare tentazioni represse, a partire dall'attrazione per la bella segretaria.