Un appuntamento per la sposa, al cinema dall'8 giugno, è uno degli esempi più recenti. Ma il genere del wedding movie vanta tanti illustri precedenti.
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Per "rilassare" la sposa stressata. Per "distrarsi" dall'organizzazione del matrimonio. E comunque, in ogni caso, "da vedere assolutamente prima delle nozze". Popolare in rete sotto forma di speciali classifiche su siti specializzati - i 10 film da vedere prima di sposarsi; i 30 film per la sposa; i 50 film più belli sul matrimonio - il wedding movie, o "film da matrimonio", è ormai parte integrante dei rituali pre-nuziali, insieme all'addio al nubilato/celibato e alla scelta del colore dei fiori.
Genere considerato "femminile" per eccellenza - nella malaugurata convinzione che solo le donne siano attratte dal lieto fine - il wedding movie può tuttavia declinarsi anche in altre categorie, horror e azione inclusi.
Un appuntamento per la sposa, di Rama Burshtein, è uno degli esempi più recenti, e brillanti, di come il wedding movie possa raccontare, attraverso il tema universale del matrimonio, le particolarità specifiche di un ambiente o di una cultura. Succede nel film di Burshtein, in cui la protagonista Michal si trova ad affrontare un problema transculturale (essere abbandonate all'altare) sfidando ostacoli specifici (regole e tradizioni della società ebrea ortodossa), ma accade anche in film come Matrimoni e Pregiudizi di Gurinder Chadha, in cui la pratica del matrimonio combinato diventa pretesto narrativo su cui imbastire una classica trama rom-com.
E se il capostipite del genere resta senza dubbio Il mio grosso grasso matrimonio greco di Joel Zwick, giocano con l'esotismo della proposta anche le nozze samoane di Quattro amici e un matrimonio di Chris Graham e l'epopea prematrimoniale irlandese di Una proposta per dire si di Anand Tucker.
Nella classica rom-com matrimoniale gli amici degli sposi sono più di un semplice coro sullo sfondo dei preparativi. Sono tecnicamente gli artefici della perfetta riuscita, o della tragica disfatta, dell'impresa.
Di amiche e sorellanza si parla, e non potrebbe essere altrimenti, nel film tratto dall'omonima serie Sex and the City - The movie, in cui si celebra il matrimonio della protagonista Carrie, mentre le disavventure sentimentali di una damigella a vita è il tema del divertente 27 volte in bianco di Anne Fletcher. E se galeotto fu l'amico ne Il matrimonio del mio migliore amico di P.J.Hogan, in cui si riaccende una vecchia fiamma sopita, l'amico è l'ultima spiaggia prima della disperazione in Prima o poi mi sposo di Adam Shankman. Ricco il paniere degli amici "negativi", dalle cattive ragazze di The Wedding Party alla guerra fra spose di Bride Wars - La mia migliore nemica. Due esempi anche dall'Italia: Scusa ma ti voglio sposare di Federico Moccia e Un matrimonio da favola, grande freddo vanziniano al profumo di fiori d'arancio.
Se c'è un "cattivo" ricorrente, nella commedia romantica matrimoniale, non è l'ex che torna dal passato o l'amico/a invidioso del nuovo partner. È il suocero (o la suocera), figura negativa per eccellenza, antagonista designato del genere. A partire da Il padre della sposa di Charles Shyer (remake dell'omonimo film del 1950 di Vincente Minnelli), in cui il suocero Steve Martin rischia l'esaurimento al solo pensiero di "perdere" la figlia, i genitori dei rispettivi fidanzati diventano nei film alternativamente fattori di imbarazzo (The Big Wedding, di Justin Zackham), competitor estremi (Quel mostro di suocera, di Robert Luketic), fonti d'ansia e preoccupazioni (La peggior settimana della mia vita, di Alessandro Genovesi).
Non è del resto un caso se un maestro della tensione come Brian De Palma, nel 1969, cominciò la sua carriera proprio da qui: dai suoceri intollerabili di Oggi sposi.
Il perfetto wedding planner non li inserirà forse nel cine-programma per gli sposi, ma i wedding movies vantano anche alcune variazioni sul genere fantastico, dal fantasy light de La sposa fantasma, ghost rom-com di Jeff Lowell in cui una sposa morta cerca di impedire l'inciucio tra il marito e la medium, passando per il dark de La sposa cadavere di Tim Burton e la depressione allucinata della sposa di Melancholia di Lars Von Trier.
Praticamente unici nel loro (sotto)genere l'action Matrimonio impossibile di Arthur Hiller, con un suocero agente della CIA in missione, il musical Mamma Mia di Phyllida Lloyd e l'immancabile parodia di tutti i wedding movie, lo sboccato, scollacciato Date Movie di Aaron Seltzer.
Non tutte le nozze riescono col buco. E non tutti i wedding movie sono fatti per farci ridere. Non è certo questo il fine di Rachel sta per sposarsi, di Jonathan Demme, in cui le nozze di una sorella non particolarmente amata sono l'occasione per far emergere le tensioni mai risolte in una famiglia americana: il film, che partecipò alla Mostra di Venezia, fruttò una nomination all'Oscar per Anne Hathaway nel ruolo della protagonista tossicodipendente.
Altrettanto seri i temi di Monsoon Wedding - Matrimonio Indiano di Mira Nair (Leone d'oro a Venezia), sul matrimonio combinato fra due famiglie borghesi indiane, e The Bride of the Nile di Edouard Mills-Affif, sul matrimonio forzato nell'Egitto dei Fratelli Musulmani. Film da vedere, senza dubbio. Tenendoli alla giusta distanza dal proprio altare.