I due artisti si sono ritrovati a Cannes per premiare i corti che illustreranno tre canzoni del duo John-Taupin. Ne è nata un'interessante intervista.
"Ho conosciuto personalmente molti musicisti, da Michael Jackson a Miles Davies, da Prince a Stevie Wonder, ma questi due sono i miei eroi", esordisce il regista Spike Lee, accogliendo sul palco dell'Olympia Theatre di Cannes Elton John e il suo leggendario paroliere Bernie Taupin come evento speciale a fianco del festival del cinema. "Lavorano insieme da 50 anni, e Bernie ne compie oggi 67". L'occasione è la presentazione di tre video musicali selezionati da Elton John e da un comitato scelto da Youtube, che comprendeva anche il produttore Jeffrey Katzenberg e Barry Jenkins, il regista vincitore dell'Oscar per Moonlight.
Gli autori dei tre video vincitori hanno fra i 28 e i 39 anni: si tratta di Jack Whitley e Laura Brownhill, che hanno creato una fantasia in bianco e nero degna della Hollywood degli anni d'oro per "Bennie and the Jets: Max Weiland", che ha composto un puzzle di solitudini e speranze losangeline, con tanto di Marilyn Monroe che balla in una stazione di servizio con un cowboy alla John Wayne, per "Tiny Dancer": e il profugo iraniano Majid Adin, che ha trasformato "Rocket Man" nella storia di un immigrato in fuga (come la sua, avvenuta tra Iran, Turchia, Grecia, Francia e infine Inghilterra).
Ecco il resoconto dell'incontro fra Spike Lee, nelle vesti di intervistatore, ed Elton John.
Spike: Quando vi siete conosciuti?
Elton: Io avevo 20 anni, Bernie 17. All'epoca suonavo con un gruppo nei cabaret, davanti a gente che cenava e non ci dava nessuna retta. Una cosa che odiavo. Poi ho letto di un'audizione in cui cercavano nuovi talenti musicali. Mi sono presentato, e c'erano file e file di cassette demo e plichi di testi musicali. Mi hanno chiesto: Tu che sai fare? Ho detto: "So cantare e suonare il piano, ma non so scrivere testi". "Bene", mi hanno risposto, "lavora su questi", e mi hanno dato in mano un po' di testi scritti da Bernie, che partecipava come autore. Mentre tornavo a casa in metropolitana ho cominciato a comporre nella mia testa le musiche per quelle parole, ed è nato un sodalizio durato 50 anni, senza mai un litigio.
Spike: Come avete ideato "Bennie and the Jets", "Tiny Dancer" e "Rocket Man"?
Elton: Come tutte le altre nostre canzoni: Bernie scrive il testo in una stanza, io lo prendo e vado a scrivere la musica in un'altra stanza. Non componiamo mai insieme nello stesso posto.
Spike: Mai successo il contrario?
Elton: Sì, due volte, per "Sorry Seems to Be The Hardest Word" e "Don't Go Breaking My Heart", che sono nate come melodie nella mia testa, con Bernie ed io fisicamente molto lontani. Gli ho cantanto le strofe e il ritornello al telefono, e lui si è messo a comporre le parole. In cinque minuti, mi ha richiamato con il testo fatto. Fra noi è sempre stato un salto di fede, una questione di karma.
Spike: Perché secondo te questi tre nuovi video funzionano?
Elton: Perché, come le canzoni che illustrano, raccontano una storia e perché catturano il cuore e il senso di ognuna delle tre canzoni. I video più riusciti potenziano una hit, le danno un altro spin e una nuova vita, o come dico io, dei nuovi calzini. Sono contento che questi video siano stati fatti oggi e non all'epoca della nascita di MTV, quando i video venivano girati da alcuni artisti (guarda Spike Lee, che ha diretto video per, fra gli altri, Michael Jackson, Prince e Public Enemy andati in onda su MTV, ndr), ma anche da molti registi mediocri.
Spike: I registi di questi nuovi video sono tutti giovani. Ti fa piacere?
Elton: Conosco un sacco di persone anziane, che adoro. Ma mi pare giusto dare un'opportunita' ai giovani, che sono un'ispirazione anche per me. Abbiamo bisogno che le nuove generazioni mettano a frutto il loro talento. Viviamo in un mondo di merda, e abbiamo bisogno della energia e dell'adrenalina che anima i giovani per renderlo migliore.