Oltre a restare fedele allo stile e alle premesse della serie, la terza stagione introduce dei personaggi chiave dell'universo di Breaking Bad. Ora su Netflix.
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La terza stagione di Better Call Saul riprende esattamente dove era finita la seconda, con le macchinazioni del fratello del protagonista ormai dirette verso il punto di non ritorno e con un misterioso messaggio a Mike, perché non uccida Salamanca. Prima di tutto questo però assistiamo al consueto flashforward, dove il Saul/Jimmy del futuro vive in incognito lavorando in un centro commerciale. Qui, nonostante cerchi di tenere il più basso profilo possibile e soffra di paranoia, non riesce a reprimere un consiglio da avvocato a un giovane criminale, perché la giustizia è qualcosa che ha nel sangue.
La giustizia è dunque nel DNA della serie e poco importa se in questo "legal drama" di aule di tribunale e dibattimenti se ne vedano pochi. Tanto Jimmy e Chuck quanto, se non soprattutto, Kim Wexler hanno a loro modo fiducia nel sistema e per quanto cerchino di sfruttarlo ne condividono i principi di base.
Il palleggio di tranelli, imboscate e raggiri che i due fratelli si scambiano dalla prima stagione, oltre ad animare la serie e raccontare il lento scivolare di Jimmy verso una diversa (im)moralità, è anche il modo scelto dagli autori per dipingere uomini coinvolti in un conflitto dove ognuno tira fuori il peggio di sé e dell'altro.
E come loro anche il silenzioso ed enigmatico Mike, di certo la figura più carismatica e amata della serie, opera sia sulla base di una disillusione profonda, spiegata in uno splendido flashback nella prima stagione, sia sui principi di un codice che è tanto pragmatico quanto morale, come dimostra il suo bisogno di pareggiare i conti con Salamanca.
Questo ponderato sviluppo di diverse prospettive è aiutato dal ritmo della serie, che non rincorre i colpi di scena ma lascia crescere i personaggi, raccontandone spesso anche piccoli momenti privati. Non particolarmente influenti sul piano della trama generale, arricchiscono lo studio psicologico dei caratteri. Oltre a costruire la tensione quasi come in un film di Melville, per esempio nel lunghissimo pedinamento muto del secondo episodio della nuova annata.
La terza stagione, oltre a restare fedele allo stile e alle premesse della serie, introduce finalmente due personaggi che presto o tardi dovevano comparire: la futura guardia del corpo di Saul, l'obeso Huell Babineaux, e il mitico proprietario di Los pollos hermanos, il narcotrafficante Gustavo Fring, tra le figure più amate in assoluto di Breaking Bad.