È NATA UNA STELLA, PER LA QUARTA VOLTA

Il progetto di Bradley Cooper è il terzo remake di un titolo che fa parte della memoria nobile del cinema.

Pino Farinotti, mercoledì 3 maggio 2017 - Focus
Lady GaGa (Stefani Joanne Angelina Germanotta) (38 anni) 28 marzo 1986, Yonkers (New York - USA) - Ariete. Interpreta Ally nel film di Bradley Cooper A Star Is Born.

La Warner Bros ha annunciato il primo ciak di È nata una stella (A star is Born), terzo remake di un titolo che fa parte della memoria nobile del cinema. Il progetto, in gestazione da tempo, vede protagonista Bradley Cooper, attore e regista, e Stefani Germanotta, attrice, meglio conosciuta come Lady GaGa. Sceneggiatore Will Fetters. Ci sono film che ricorrono continuamente, nelle epoche, come Anna Karenina, I tre moschettieri, Il Grande Gatsby, Amleto, fra gli altri. Vicende che vengono riviste e aggiornate secondo il momento, la cultura, il sociale, l'estetica.

È nata una stella fa parte di questo cartello di eccellenze. Con un privilegio in più, è un film puro, non deriva da un master letterario, come gli altri titoli citati.
Pino Farinotti

La prima versione è del 1937, diretto da William Wellman, prodotto da quel genio che era David Selznick, quello di Via col vento, che fece un investimento cospicuo girando in technicolor quando il cinema era quasi agli albori del colore. Fra gli sceneggiatori, Dorothy Parker, scrittrice vera. Protagonisti erano Fredric March, divo assoluto, recente conte Wronskij, l'amante di Greta Garbo nella "Karenina" di Tolstoj, e Janet Gaynor, emergente, che attirò l'attenzione di Walt Disney che ispirandosi a lei disegnò la sua Biancaneve. Era la storia di Vicki Lester, aspirante attrice, che arriva a Hollywood, fa molti i mestieri secondo tradizione, fino all'incontro giusto, con Norman Maine, attore famoso ma con problemi di alcol. E mentre lei si afferma, fino all'Oscar, lui declina fino al suicidio. Fu uno dei maggiori successi di quell'anno.
Nel 1954 la "Warner" rifece il film, affidandolo a George Cukor, grande autore, il "regista delle donne". James Mason era l'alcolizzato Norman e Vicki era Judy Garland, nientemeno. C'era la Garland, dunque la protagonista non era un'attrice, ma una cantante, che comunque, arriva all'Oscar. Anche in questo caso, enorme investimento. Judy canta molte canzoni, ma lo spartito venne giudicato troppo sofisticato, i compositori ritennero doverosa un'evoluzione di stile rispetto alle regole e alle armonie delle canzoni e dei numeri del musical classico, ne risultarono canzoni poco orecchiabili. La "Dorothy" del Mago di Oz, ormai ultratrentenne, e con tanti problemi, offrì la sua ultima grande performance. Il film di Cukor comunque sorpassava il puro contenuto musicale e sentimentale, mostrando l'ambiente del cinema come qualcosa che può esaltarti ma anche ucciderti. In questo "senso autocritico" quel titolo si affianca a grandi classici come Viale del tramonto.

La Warner, per l'edizione del 1976 decise per un'evoluzione radicale. Non più melodie ma rock, soprattutto non solo alcol, ma droga. E anche i nomi dei protagonisti cambiarono, Kris Kristofferson diventava John Norman, e Barbra Streisand era Esther. John è un cantante rock, chitarrista, coi problemi detti sopra, Esther è... Streisand, dunque canta. Titolo meno ricordabile dei due precedenti. Il regista Frank Pierson, certo meno dotato dei predecessori, non riesce a far decollare la storia, che regge solo quando canta Barbra, che comunque lasciò un segno importante: il premio Oscar per la migliore canzone, "Evergreen". Dopo tanta storia, non resta che... attendere.

In foto una scena del film di William Wellman del 1937.
In foto una scena di È nata una stella di George Cukor del 1954.
In foto una scena di È nata una stella di Frank Pierson, del 1976.
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