Un film in cui Ben Affleck regala una delle migliori performance della sua carriera, in bilico tra disturbi mentali e la vibrante fisicità dell'uomo d'azione. Da non perdere su Infinity Premiere.
Assoldato da una grande società che si occupa di robotica, il geniale Christian Wolff abbandona il vecchio lavoro di contabile al soldo di un'organizzazione criminale per dedicarsi a un ammanco di oltre 61 milioni di dollari nell'azienda multimilionaria di proprietà del magnate Lamar Blackburn. Con un passato problematico, un padre-padrone più che mai autoritario convinto sostenitore di una disciplina ferrea e intransigente, e una madre sparita nel nulla, Wolff ha sviluppato negli anni una forma progressiva di autismo, profondamente determinante per le sue capacità relazionali. Quando il giovane viene messo alle strette dal dipartimento di Stato, deciso a pedinarlo in ogni sua mossa e a smascherare le operazioni cui si dedica incessantemente, sarà protagonista suo malgrado di una sanguinosa caccia all'uomo, tra sparatorie, fughe e situazioni al limite del reale.
Capace di arginare i propri limiti solo grazie alla gestione metodica di comportamenti che non è in grado di controllare, il rapporto con i numeri e la matematica sarà contemporaneamente il suo personale riscatto dalla convinzione di dover pagare lo scotto per la sua "diversità" - da sempre sottolineata dal cinico e rude padre - e il motivo determinante per una vita ai limiti della legalità e della sicurezza. Abituato ad agire nell'ombra d'ingenti somme di denaro sapientemente ripulito dai loschi affari, Wolff riesce a mantenersi distaccato dagli oneri per cui attira l'attenzione spasmodica delle agenzie governative. Grazie al freddo calcolo che mantiene su un doppio livello una mente super articolata e profondamente turbata, l'uomo si dimostra in grado di mascherare una doppia identità. Un momento genio del calcolo, l'attimo successivo spietato killer a sangue freddo.
Richiestissimo come analista, si presenta come criptica entità che si cela sempre sotto pseudonimo, quasi questo determinasse la possibilità per l'uomo di switchare la propria personalità con la lucidità e il distacco che lo legano ai tabulati delle società di cui si occupa. Mai scomposto, sempre sul chi va là, riesce ad essere estremamente fisico nelle situazioni che lo richiedono, vibrando di una carica espressiva muscolare che prende letteralmente il sopravvento nei momenti più drammatici dell'azione. Un supereroe moderno, consapevole dei propri limiti e delle proprie capacità e in grado di superare il gesto meccanico attraverso una volontà ferrea, nonostante la chiara difficoltà di accettazione della propria condizione. Con un finale inaspettato, il lungometraggio di Gavin O'Connor è un progetto ambizioso, che unisce l'azione più spettacolare a una dimensione psicologica in bilico, sempre sull'orlo di una rottura determinante e per questo sensibile al minimo cambiamento, capace di trasformarsi in travolgente dicotomia tra fragilità ed estrema potenza.