Nessuna come lei, tra le First Lady un'eroina perenne, Jacqueline è al cinema.
Natalie Portman, nel ruolo Jacqueline Kennedy nel film Jackie, ha conteso l'Oscar a Emma Stone che lo ha vinto, meritatamente, per la sua performance in La La Land. Il film, evocando Jackie, ha smosso tutta una letteratura e la vedova Kennedy è stata rivisitata ancora una volta. In uno dei servizi è emersa una Jacqueline che non era quello che sembrava. E così ecco il racconto di questa donna "mascherata", fredda e calcolatrice, della sua collezione di amanti: dai massimi divi come Holden, Brando, Sinatra, Newman ai cognati, soprattutto all'amatissimo Teddy.
Il film di Pablo Larrain, racconta la vicenda della first lady nei giorni successivi l'assassinio di suo marito John Kennedy. Il promemoria riferito a Jacqueline Lee Bouvier Kennedy Onassis è quasi superfluo, trattandosi di eroina perenne. Non c'è letteratura o cinema adeguati alla vicenda della ragazza, donna, predestinata. Nata in una famiglia di alta condizione sociale di New York era amazzone di vaglia, "debuttante dell'anno" nel 1948, studentessa alla Sorbona, padrona delle lingue più importanti, collaboratrice del Washington Times e dunque inserita nell'ambiente politico. Era la principessa pronta per l'incontro col principe ereditario. E infatti non si fece scappare Kennedy. Poi tutto il resto, enorme, come la tragedia. Jackie significa, di fatto, first. Nessuna come lei, appunto. E dopo tanta "Jackie" mi sembra corretto, e storicamente opportuno dedicare piccole storie alle sue colleghe. Stazionando nell'era recente e andando a ritroso.
Michelle Robinson Obama si è subito posta come collaboratrice quasi simbiotica col marito. Sorridente, potente, anche imponente, ha agito con azione complementare, scegliendo argomenti precisi, puntando sulla salute del proprio Paese: l'alimentazione e lo sport. Ma senza ignorare i temi contingenti. Hillary Rodham Clinton ha sempre cercato di essere "presidentessa", quasi omologa al marito. Chi non la ama l'ha accusata di un'ambizione parossistica che l'ha portata a tutto sopportare pur di mantenere e di potenziare quello status. Per poi cadere sull'ultima ambizione presidenziale.
Laura Welch Bush, sottotono, non invasiva, anche a compensare l'irruenza del marito George W., modello di signora di classe, amata dagli americani. Nancy Davis Reagan. First con una sola ambizione, Ronald. Ignorò la politica per sostenere il marito nella vita privata, non abbandonandolo nemmeno un istante nel periodo dell'Alzheimer. Eleanor Rosalynn Smith Carter impegnata nel sociale diede vita a fondazioni umanitarie, al di là della politica. Elizabeth Anne Blooner Ford è stata una first colta e attiva, femminista, impegnandosi soprattutto per i diritti delle donne. Divenne un modello di coraggio quando rivelò il suo tumore al seno. Citazione indispensabile: Anna Eleanor Roosevelt è stata, di fatto, regina degli Stati Uniti, moglie di Delano, eletto quattro volte, allora si poteva. Attiva e vitale, sostegno morale della nazione in momenti molto difficili come la Depressione e la guerra. Roosevelt era sulla sedia a rotelle, era lei a muoversi. Diceva: "sono io le gambe di mio marito". Un ultimo salto a ritroso, nel 19esimo secolo. Mary Todd Lincoln, che, come Jacqueline vide suo marito Abraham assassinato. Di educazione inglese non si integrò del tutto nella cultura americana e non fu d'aiuto politico al marito che comunque le dedicava tutte le attenzioni. Mary viveva una depressione pesante, avendo perso nella Guerra di secessione il figlio Willie e due fratelli.
Nel quadro first a confronto dunque emerge senz'altro la Jacqueline Kennedy Onassis. E questo ultimo cognome rappresenta una potente appendice del suo romanzo. Una donna come lei, non poteva non riproporsi e, dopo l'uomo più potente del mondo, peraltro affascinante, completo e già nella leggenda, ecco che irruppe un modello opposto, un magnate avventuriero internazionale, popolare, un principe grezzo e discusso, ricchissimo per lo meno, Aristotele Onassis. Davvero poco a che vedere col primo marito. I due status, quello dei Kennedy e Bouvier, e quello del greco parvenu, erano troppo diversi, lontani e non conciliabili. Nel periodo del matrimonio Jackie fu ligia al contratto firmato, molto preciso, che prevedeva anche una certa frequenza dei rapporti sessuali. Ma Jackie, che pure era abituata girare il mondo, non viaggiò mai tanto come negli anni di quel matrimonio.