LA BELLA E LA BESTIA, LE FOU È IL PRIMO PERSONAGGIO GAY DELLA STORIA DISNEY

Interpretato da Josh Gad, è il braccio destro di Gaston. Dal 16 marzo al cinema.

Marlen Vazzoler, giovedì 2 marzo 2017 - Video

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Josh Gad (44 anni) 23 febbraio 1981, Hollywood (Florida - USA) - Pesci. Interpreta Le Tont nel film di Bill Condon La bella e la bestia.

La bella e la bestia di Bill Condon, l'adattamento live action dell'omonimo film animato della Walt Disney, introdurrà per la prima volta nella storia dello studio un personaggio apertamente omosessuale. Stiamo parlando di Le Fou, interpretato nel film da Josh Gad, il braccio destro/fan boy di Gaston (Luke Evans).
È stata creata una breve ma importante sottotrama in cui assistiamo a come il personaggio prende coscienza della propria identità sessuale.

Le Fou è qualcuno che un giorno vuole essere come Gaston e quello dopo vuole baciare Gaston. È confuso in merito a quello che vuole. È qualcuno che ha appena realizzato di avere questi sentimenti. E Josh ha creato qualcosa al contempo molto sottile e delizioso. E questo fornisce una ricompensa alla fine, che non voglio svelare. Ma è un bel momento esclusivamente gay in un film Disney.
Bill Condon

Questo cambiamento è nato come tributo ad Howard Ashman, morto a 40 anni per AIDS, autore dei testi delle canzoni di La sirenetta e di La bella e la bestia (vincitore di un Oscar postumo per la miglior canzone originale 'Beauty and the Beast'), ma anche di alcuni brani di Aladdin e di Oliver & Company. Condon, regista e sceneggiatore del film, spiega come Ashman ha visto nell'ostracismo della Bestia, dal villaggio dove abita Belle, una 'metafora per l'AIDS'. "Era maledetto e questa maledizione ha portato sofferenza a tutte quelle persone che l'amavano e forse c'era la possibilità di un miracolo e di un modo per togliere la maledizione. Quello che stava facendo era una cosa davvero concreta".

Il produttore Don Hahn aveva spiegato nel 2010, in un'intervista a Deen of Geek, come Howard stava lottando contro l'AIDS in quel momento e come la canzone 'Kill The Beast' ne fosse quasi una metafora. "Aveva a che fare con una malattia debilitante, in un'era in cui era stata stigmatizzata. Non era [un film] su un'epidemia di HIV. Ma se studi l'uomo, le sue battaglie, e guardi i suoi testi, capisci quello che stava attraversando".

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