REGOLE DI BUON VICINATO

Il fascino moderno per le vite degli altri: i vicini di casa come ideale di perfezione.

Olivia Fanfani, lunedì 13 febbraio 2017 - News
Jon Hamm (Jonathan Daniel Hamm) (53 anni) 10 marzo 1971, Saint Louis (Missouri - USA) - Pesci. Interpreta Tim Jones nel film di Greg Mottola Le spie della porta accanto.

Cosa succede se uniamo la spy comedy con la spontaneità indisciplinata di Galifianakis, il fascino ipnotico di Wonder Woman, l'aplomb di Jon Hamm e l'esuberanza comica di Isla Fisher? Deve esserselo chiesto Greg Mottola quando ha pensato al cast del suo ultimo film, scegliendo per protagoniste due rispettabilissime famiglie americane agli antipodi: impeccabili e inarrivabili i primi, impacciati e grotteschi gli altri. Un insieme esplosivo che trascina anche l'integerrimo Hamm in un vortice di comicità imbarazzanti e sketch ironici, tanto da far dimenticare per un momento il cinico volto di Mad Man, whiskey compreso.

Al suo fianco una bellissima e sempre al top Gal Gadot salta e combatte per chiudere il cerchio della coppia perfetta, di quelle da copertina, idilliache e fin troppo irreali, che suscitano nei vicini l'ossessione per la scoperta del difetto rovinoso che sempre - o quasi - si nasconde dietro le apparenze.
Olivia Fanfani

Ecco quindi la formula perfetta per inserire lo slancio atletico dei belli e tenebrosi con il più classico dei repertori di Galifianakis, i tempi comici di un maestro di poco bon-ton nella patinata cornice hollywoodiana dell'amatissimo e insieme temutissimo "buon vicinato". Un'ossessione, quella per i vicini, che da sempre è argomento e tema centrale della filmografia americana, senza necessariamente scomodare l'enigma hitchcockiano in cui James Stewart fa del proprio teleobiettivo un cannocchiale per spiare il palazzo di fronte dalla sua Finestra sul cortile, la passione del voyeur è un istinto cui è difficile sottrarsi.

Un'immagine da Le spie della porta accanto
Un'immagine de La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock
Un'immagine da Le vite degli altri

Un interesse riletto in chiave umoristica che probabilmente affonda le sue radici nel discorso d'insediamento di Roosevelt del '33, quando, parlando a milioni di americani di "buon vicinato" pose le basi per il fil-rouge che ha legato l'ipotesi di una risoluzione delle problematiche interne attraverso l'apertura al dialogo esterno, alla messa in discussione. Dimostrando forza nella coesione e, insieme, punti deboli del paese.

Poi la diplomazia è diventata fredda, si sono alzati muri e il dialogo è sfociato in conversazioni monodirezionali con Le vite degli altri. Un'ossessione voyeuristica che annulla totalmente la componente di scambio, tra spie il cui sguardo si fa esterno ma non per questo meno coinvolto nella riflessione sul comportamento altrui.
Olivia Fanfani

Consapevoli oggi, in tempi non sospetti, che lo sguardo è meglio distratto e la riflessione rimandata, ecco quindi il trait-d'union tra slapstick e film d'azione, col volto buffo di Isla Fisher che osserva dietro le tendine del salotto. Una spia in ottimistica evoluzione, che non si esime dalla parodia di un immaginario intriso di sospetto e scheletri nell'armadio ormai alla base di audaci e dissacranti fantasie.

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