Jerry Lewis e Dean Martin in un film che segna un momento nella storia della comicità.
È in distribuzione il dvd di Artisti e modelle (Artists and Models) del 1955, diretto da Frank Tashlin, con Jerry Lewis e Dean Martin. Il titolo è decisamente importante. Segna un momento nella storia della comicità. È quella che si dice una pietra miliare. I segnali, di spettacolo, di qualità e di storia sono molti e vanno ben oltre il concetto "coppia di comici" magari coppia leggera, come furono Lewis e Martin. Quel titolo in particolare significava un'evoluzione del genere, per molti versi. La storia è semplice in apparenza: Rick (Martin) è un pittore, Eugene scrive libri per ragazzi. Aspirano al successo. Conoscono due ragazze, disegnatrici e le storie si incrociano. Avranno successo, happy end finale. Ma all'interno del contenitore, la Paramount inserì codici di spettacolo, canzoni, animazione, invenzioni, che posero quel titolo in una posizione privilegiata del cartello della comicità. Jerry e Dean erano al loro 15° film. Il primo era stato La mia amica Irma, del 1949.
L'ultimo sarebbe stato Hollywood o morte! del 1956. Il sodalizio si interruppe in pieno successo. I motivi erano "personali": divergenze di vario genere e poi, come scrisse Jerry Lewis molti anni dopo "non ci sopportavamo più, soprattutto Dean non sopportava me". Nel frattempo hanno fatto la storia. La cifra, era Lewis a comandare, è la comicità ebraica.
Significa una certa qualità di intelligenza che, se applicata al cinema e allo spettacolo, diventa un "sine qua non" e se applicata alla comicità diventa un assoluto. Jerry Lewis fa parte di quella schiera di artisti che hanno inventato e reinventato l'evasione intelligente, appunto. Si parte dai fratelli Marx, per risalire a Peter Sellers, Woody Allen. E poi Mel Brooks e Gene Wilder, fino a Billy Crystal, fra gli altri. Lewis si poneva in una chiave meno intellettuale, diciamo così, ma è solo apparenza. Una volta rimasto senza compagno, il suo percorso si arricchì per far parte integralmente di quella scuola. Un titolo importante in questo senso, che, ancora una volta, fa scuola, è Il mattatore di Hollywood.
Artisti e modelle deve molto anche al regista, Frank Tashlin, che veniva dalla scuola del fumetto. La base c'era tutta ed era solida: aveva lavorato con Hal Roach, il produttore di Laurel&Hardy e con Walt Disney. Scrisse testi per i fratelli Marx, poi per Bob Hope. Approdato alla Paramount ottenne la fiducia dei capi, che si rivelò ben riposta. I riferimenti che Tashlin portò nel film erano i Looney Toons e i Comics Code Authority. Ma portò molto di più, idee vincenti. Il cast presenta quattro delle più belle attrici di Hollywood: Shirley MacLaine e Dorothy Malone, le protagoniste. Dorothy era già una diva e Shirley si stava affermando. Lo stesso anno venne scelta, da Hitchcock nientemeno, per La congiura degli innocenti. Nel 1984, dopo molte nomination, avrebbe vinto l'Oscar come protagonista con Voglia di tenerezza. Nel cast anche Anita Ekberg che, in una parte minore, lasciò un segno, che venne colto da Fellini "nientemeno", che ne fece la bionda divinità della fontana di Trevi. Presente anche l'immancabile, avvenente Tza Tza Gabor che avrebbe battuto un record... stimolante, quello dei matrimoni: nove. Ma Tashlin ebbe un'altra idea, ancora più stimolante: pretese, per contratto, che le attrici si spogliassero. E lo fanno. Nei limiti permessi dalle regole e dalla morale degli anni cinquanta. Infine la cosiddetta "vedibilità". Non sempre un film, soprattutto se comico, resiste al tempo. Artisti e modelle resiste. Un pezzo di storia del cinema.