Dai giovani di Un bacio alle marce di Pride, passando per One Day nel giorno di San Valentino. Per due settimane ogni sera in streaming un film dedicato all'amore e alle sue sfumature.
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Ogni anno, puntualmente, uomini e donne si chiedono quale sia la maniera migliore di approcciare il 'giorno degli innamorati'. Spesso la questione è liquidata con un'alzata di spalla e un giudizio senza appello: "è una festa commerciale". Di fatto, diverse settimane prima del 14 febbraio, i commercianti competono in ingegnosità per convincere anche i più reticenti a comprare. Così alla fine a qualificare il giorno di San Valentino è un regalo. In testa fiori, cioccolatini, gioielli e bjoux per i più parsimoniosi.
Commedia romantica, romance classico, romance leggero, indie solare, dramma crepuscolare, teen movie sentimentale, dramma senile, vi faranno piangere, ridere, arrabbiare e innamorare perdutamente. Di nuovo e per sempre. Quattordici film da vedere in due spuntando i giorni che mancano a San Valentino. MYMOVIESLIVE compila un calendario dell'avvento sentimentale per scoprire o riscoprire quattordici film straripanti d'amore. Da Un bacio romantico, romantic comedy ai mirtilli che lascia briciole sul cuore, a One Day, commedia sentimentale di una giornata, passando per l'Ovest e il poema d'amore di Ang Lee (I segreti di Brokeback Mountain), fino agli amanti immortali di Jim Jarmusch, che praticano la bellezza e rifuggono l'orrore del mondo contemporaneo (Solo gli amanti sopravvivono). Spegnete le luci in sala, chiudete la scatola di cioccolatini e aprite il cuore. Buona visione.
Nell'antologia dei baci romantici della storia del cinema, non può mancare quello che Jude Law, titolare di un bar newyorkese, scambia con Norah Jones, cliente infelice per una rottura amorosa, addormentata sul banco del locale.
Con Un bacio romantico, l'autore ritorna alla leggerezza di Hong Kong Express, di cui replica il gusto pop. Scomposizione dei movimenti, luci artificiali, sinfonia di riflessi, ralenti abbaglianti, Un bacio romantico ha l'eleganza distante di un sogno e distilla un piacere soprattutto teorico. Wong-Kar wai gira per la prima volta in America e recluta due attori occidentali, lontani dalle silhouette enigmatiche degli interpreti asiatici. Una differenza culturale incarnata da Jude Law, filosofo come tutti i barman, e Nora Jones, deriva geografica e sentimentale risvegliata con un bacio. Dolce e garbato, Un bacio romantico lascia una traccia di crema sulle labbra e sul cuore.
Che cosa hanno in comune un orfano, un emarginato e una ragazzina 'dipinta' di blu? I pochi anni e il bacio del titolo che spezzerà per sempre i loro destini.
Uniti dal desiderio di fare fronte comune contro il nemico, spinti da sentimenti di autonomia precoce e precipitati da una voglia di bruciare in fretta, fanno esperienza 'da grandi' prima di essere veramente pronti ad esserlo. Storia d'amore e di amicizia, Un bacio intuisce la grazia e il furore dell'adolescenza di cui esplora il territorio favoloso e l'ardore che si cristallizza in un momento in cui la sensazione di essere unico è così forte da diventare vero.
Commedia sentimentale interpretata da Meryl Streep e Tommy Lee Jones, Il matrimonio che vorrei racconta la 'separazione' di una coppia che la vita e il tempo hanno impoverito.
Ma non manca certo di leggerezza Il matrimonio che vorrei che tra conflitti, equivoci, esercizi strategici e detour all'interno di un comune destino sentimentale ritrova la propensione ludica della coppia. David Frankel, regista de Il diavolo veste Prada, non è certo Hawks, McCarey o Cukor, interpreti sofisticati della comedy of remarriage, ma ha il pregio innegabile di assoldare due attori resistenti alla caricatura.
Il libro di Annie Proulx è folgorante. In meno di cento pagine, tutta l'ebbrezza e tutta la sventura di una passione impossibile tra due cowboy nel Wyoming machista e conservatore del 1963. Trasposizione del romanzo omonimo, I segreti di Brokeback Mountain non è una rilettura gay del western. Al genere Ang Lee impronta solo i costumi e la bellezza primitiva dei paesaggi. I segreti di Brokeback Mountain è soprattutto un melodramma, una storia di impedimento. L'autore si tiene alla giusta distanza per non precipitare nella retorica della denuncia, non nasconde niente della violenza omofoba che assedia i protagonisti ma Ennis e Jack sono come tutti gli amanti e questa storia d'amore finirà male come tutte le altre perché contiene in sé il germe della sua distruzione. È in questa universalità che rintracciamo la portata sociale e politica del film.
La finezza del film deriva dalle relazioni umane, dai tempi lunghi che seguono quelli della vita, dalla maniera di sussurrare parole e propositi. Perché I segreti di Brokeback Mountain mormora all'orecchio dello spettatore che l'amore tra due persone è ontologicamente rivoluzionario e antisociale ma che qualche volta è difficile fuggire il super-io sociale e la curiosità inquisitoria dei nostri contemporanei. I segreti di Brokeback Mountain rivelò nel 2005 due attori temerari e al tempo sconosciuti: Jake Gyllenhaal e il compianto Heath Ledger.
Triangolo accomodato nell'anticamera della psicanalisi, A Dangerous Method è un grande spettacolo intellettuale svolto tra lo studio di Freud e la clinica di Jung, tra ristoranti viennesi e bastimenti in viaggio verso l'America.
La tensione crescente e l'amore sincero tra i protagonisti servono da supporto drammatico al dramma di David Cronenberg, donando emozione e carne a un confronto intellettuale che diventa chiave di lettura di un'epoca. Dietro l'eleganza formale della messa in scena, l'autore emerge la lotta contro la follia (quella di Sabina Spielrein) e l'ombra della catastrofe imminente (il primo conflitto mondiale). 'Contesa' da Viggo Mortensen (Freud) e Michael Fassbender (Jung), Keira Knightley interpreta Sabina, motore per il ripensamento delle teorie junghiane e freudiane e spazio nervoso e muscolare per la reinvenzione del sé.
Come tutti i suoi film, anche Un'anima divisa in due gravita intorno a due poli narrativi: il caso e l'occasione. Storia di un uomo ordinario che fugge il disagio negli occhi di una giovane rom, il film di Silvio Soldini offre ai suoi personaggi la possibilità di dare una svolta alla propria vita. Pietro e Pabe si lasciano tentare dal cambiamento ma poi ritornano sui loro passi e ripiombano nella vita di sempre.
A guidare il gioco, in faccia al Pietro di Fabrizio Bentivoglio, è una donna, la giovane rom di Maria Bakò, portatrice di un nomadismo esistenziale che coglie lo scarto ma poi ripiega e si brucia.
Opera prima di Lisa Azuelos, Troppo bella! è una commedia romantica ambientata in una comunità sefardita.
L'apparente vanità della loro vita le rende qualche volta insopportabili ma sempre irresistibilmente divertenti. Riciclando lo spirito della serie "Sex and the City", tra dittatura della seduzione e legittimo desiderio di emancipazione, Troppo bella! agisce in un centro estetico in cui corregge gli inestetismi ma ricerca la bellezza profonda.
Coppia di vampiri colti e fragili, Adam ed Eve si amano da secoli. Lei è Tilda Swinton, volto senza età e silhouette adolescente, lui Tom Hiddleston, pallido, frangibile e rinchiuso in una camera dove colleziona chitarre e vinili. Lei vive a Tangeri, lui a Detroit. Dandy e civilizzati, si procurano il sangue negli stock ospedalieri e incarnano la solitudine eterea di Jim Jarmusch, quella sua maniera di tenere a distanza un mondo che fa orrore.
Solo gli amanti sopravvivono si domanda allora come vivere dopo che i migliori frutti sono già stati colti. La risposta al disincanto e il suo antidoto è la coppia, l'idea della coppia che il regista riabilita con fervore e dolcezza inattese. Guardare scorrere le epoche in due, ecco il passatempo preferito di Adam ed Eve. Per Jarmusch il grande amore è anticonformista. E può e deve rigenerasi per caso, per trasgressione. Il film si prende tutto il tempo per dircelo, riservandoci il migliore dei finali, il più sanguinoso.
Per vedere One Day, adattamento del bestseller omonimo di David Nicholls, è necessario credere al grande amore. Credere che possa durare vent'anni senza consumarsi. Credere che gli amanti non ne soffriranno. Credere.
Vent'anni d'amore in cui i protagonisti si telefonano, si perdono di vista, si ritrovano, si confidano l'uno con l'altra con una lucidità tenera e caustica. Vent'anni in cui lei si illumina in sua presenza e lui prende le decisioni peggiori in sua assenza. Vent'anni per farsi una domanda e infine rispondersi. Rispondere sì.
Colpo di fulmine a Nottingham, Weekend è la storia di un breve incontro. Un idillio che si conclude, come da tradizione britannica, sulla banchina di una stazione.
Film moderno e felpato, Weekend approccia i suoi protagonisti come loro si approcciano, progressivamente, confidandosi le loro differenze. Perché sono le rispettive ricerche personali ad occuparli: Russell prova a scrivere, Glen lavora a un progetto artistico da realizzare lontano da Nottingham. In un'atmosfera di ripiegamento su di sé, il loro incontro diventa una grande avventura ma interiorizzata e segreta. Andrew Haigh, giovane regista inglese, cerca l'intensità nei lunghi piani che concepiscono nel tempo di un weekend la nascita e la fine di un amore.
I film che colpiscono duro sono rari e Amour, dramma sulla crudeltà della vecchiaia e dell'ineluttabilità della vita umana, è uno di quelli. Film immenso che tocca la nostra umanità in quello che abbiamo di più intimo e tragico, il suo soggetto è la morte in azione.
I legami amorosi provano a resistere agli assalti della malattia cercando nuove parole e nuovi gesti per dire e per dirsi. Successione di ellissi folgoranti, di vuoti e di pieni, di campo e fuori campo, Amour è interpretato a fior di pelle (fragile) da Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant che (com)muovono l'imperturbabilità e lo stile secco del regista austriaco. L'amore a ottant'anni non è come a venti ma è sempre amore, sfrondato di tutta l'esuberanza romantica e ridotto all'essenza di una vita condivisa insieme.
Documentario di Nicola Grignani, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli, Irrawaddy Mon Amour celebra il matrimonio di Soe Ko, venditore ambulante, e Saing Ko, muratore. Proibito dal governo militare la loro unione è un gesto di speranza per la Birmania che combatte ancora le discriminazioni sessuali e rivendica il diritto all'amore. Il codice penale, eredità del colonialismo britannico, proibisce di fatto le relazioni sessuali tra persone dello stesso sesso. Se questa legge non è più strettamente applicabile, i militanti la giudicano a ragione responsabile di discriminazioni.
Irrawaddy Mon Amour è un viaggio alla scoperta delle minoranze sessuali, una finestra di libertà aperta su una giovane coppia di sposi e su un paese in transizione accelerata verso la democrazia.
Tirata tra un padre e una madre troppo impegnati a farsi la guerra, Maisie finisce per legarsi ai rispettivi compagni dei genitori.
In soccorso della protagonista e dei suoi pochi anni,
Commedia sul fronte anti-thatcheriano, Pride marcia a fianco dei minatori gallesi e dei militanti LGBT, i primi oppressi per ragioni economiche, i secondi per ragioni morali. Lanciati contro il governo e a favore dei loro diritti nella Gran Bretagna del 1984, i protagonisti di Matthew Warchus fanno un vibrante appello alla fraternità dentro un film gioioso.
Ma Pride non dimentica di passare in rassegna (anche) i tormenti legati alla rivendicazione dell'omosessualità: dal rifiuto parentale all'esclusione sociale, dall'ingiuria alla beffa dell'AIDS. Combinando realismo, commedia e melodramma, Matthew Warchus abbraccia tuttavia un revisionismo positivo che risolve la lotta di classe, la repressione e l'omofobia con tre pinte e un disco dance.