Gli attori e il regista Morabito raccontano il film, una black comedy sull'indebitamento degli italiani. Prossimamente al cinema.
Una delle peculiarità di Rimetti a noi i nostri debiti è la varietà di tono, che va dal dramma alla black comedy". A parlare è Antonio Morabito, regista e sceneggiatore del suo terzo lungometraggio di finzione dopo Il venditore di medicine e Cecilia, nel corso della conferenza stampa di chiusura delle riprese del film. Anche la conferenza naviga su frequenze assortite: da un lato compassata, in sintonia con il tema "pesante" dell'indebitamento dei cittadini italiani e della riscossione illegale dei crediti, dall'altro ironica - Claudio Santamaria e Marco Giallini, i due attori protagonisti, scherzano con i fan di passaggio e cercano di compensare l'assenza di microfoni, Giallini "andando di diaframma", Santamaria ripetendo le parole di Amedeo Pagani, che è cosceneggiatore e produttore di Rimetti a noi i nostri debiti insieme a Lotus Production e Rai Cinema.
"Guido, che sono io, ha problemi finanziari notevoli, e l'unico modo per estinguere i debiti che ha accumulato è quello di mettersi a lavorare per i suoi esattori", prosegue Santamaria. "Un po' come quando al ristorante non puoi permetterti di saldare il conto e vai in cucina a lavare i piatti: solo che in questo caso le mani ti rimangono sporche. Rimetti a noi i nostri debiti racconta come un sistema ti spinga a commettere azioni scorrette e che nemmeno ti piacciono pur di sopravvivere".
Guido andrà a lezione di recupero crediti da Franco, esperto nel riscuotere oltrepassando il confine della legalità, ma anche lui dotato di qualche dubbio, e di più di uno scheletro nell'armadio. Giallini, che interpreta Franco, ha tratto ispirazione dalla realtà: "Se ne sentono tante di storie. Una persona vicina a noi aveva contratto un debito, un amico gliel'ha saldato, e i creditori l'hanno fatta pagare cara all'amico, intimandogli: 'Fatti l'affari tua'".
Rimetti a noi i nostri debiti è stato girato in sei settimane a Roma, in buona parte nel quartiere Primavalle, "quella periferia urbana che non si vede mai al cinema: l'ultimo film girato lì è stato Europa '51". Il film di Morabito è una coproduzione con Albania, Svizzera e Polonia, e verrà distribuito in Italia da Rai Cinema.