ROBERTO FAENZA: 'POLITICA E VATICANO DIETRO LA MAGLIANA'

Con La verità sta in cielo il regista realizza una ricostruzione minuziosa e dettagliata del caso Orlandi, possibile grazie ad un encomiabile lavoro di ricerca. Da domani al cinema.

Paola Casella, mercoledì 5 ottobre 2016 - Incontri

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In foto Roberto Faenza, regista di La verità sta in cielo. Da domani al cinema.

22 giugno 1983. Emanuela Orlandi, figlia quindicenne di un messo pontificio, scompare dando inizio a un'indagine che durerà per decenni. Con l'avvento di Mafia Capitale una giornalista di origine italiana si mette sulle sue tracce, contattando la collega che ha raccolto la testimonianza di Sabrina Minardi, ex amante di Enrico "Renatino" De Pedis, secondo la Minardi direttamente coinvolto nella scomparsa della Orlandi. Ma dove si nasconde la verità?

Roberto Faenza torna al cinema con La verità sta in cielo, una ricostruzione minuziosa e dettagliata degli eventi possibile grazie ad un encomiabile lavoro di ricerca e all'utilizzo di materiali d'archivio.
Paola Casella

Nella clip che presentiamo in esclusiva su MYmovies.it, tratta proprio da La verità sta in cielo, Faenza descrive Renatino De Pedis, il boss della criminalità romana negli anni Ottanta interpretato da Riccardo Scamarcio, come un "latitante all'italiana".

L'INTERVISTA ESCLUSIVA

Faenza, perché parla di De Pedis come di un "latitante all'italiana"?
Basti dire che, secondo la magistratura, De Pedis veniva spesso ospitato in un appartamento dei servizi segreti a Villa Borghese. Più latitante all'italiana di così!

Il suo film ha voluto ristabilire la verità su come fossero composte le bande criminali romane. Perché?
La mitizzazione della Banda della Magliana attraverso i romanzi e la televisione nasce da un errore. La Banda della Magliana, come dice Carminati, imputato numero uno di Mafia Capitale, era formata da "un gruppetto di accattoni e straccioni", non aveva il potere di compiere le azioni che invece compiva l'altra banda, quella dei Testaccini, alla cui testa c'era De Pedis. Hanno mitizzato la Banda della Magliana e dimenticato o addirittura oscurato quella dei Testaccini perché parlare di loro significava fare i nomi e cognomi dei politici e delle istituzioni coinvolti, e soprattutto del Vaticano. La verità sta in cielo invece i nomi e cognomi li fa tutti.

Una scena del film La verità sta in cielo.
Una scena del film La verità sta in cielo.
Una scena del film La verità sta in cielo.

Il Vaticano oggi "copre" questo tipo di criminalità?
Non sono in grado di dirlo, ma sono convinto che Papa Bergoglio sia molto diverso dai pontefici che lo hanno preceduto. La gestione del pontificato di Wojtyla era machiavellica, per raggiungere un fine sono stati usati i mezzi che ho mostrato nel film. Per Bergoglio non c'è questa pressione, e lui è molto trasparente, si vede che sta cercando di fare pulizia, per esempio nella Banca del Vaticano. Escludo che se trent'anni fa ci fosse stato un Papa come Bergoglio sarebbero accadute certe cose.

Confida nel fatto che il suo film possa far aprire il dossier sul caso Orlandi custodito in Vaticano?
La scena finale del mio film, che non è un'ipotesi ma è realmente avvenuta, contiene l'ultimo metro per arrivare alla verità. Ci sono delle istituzioni, sia in Italia che nello Stato del Vaticano, che possono compiere questo ultimo metro se vogliono, e arriveremmo così a mettere la parola fine su questa vicenda.

Quali sono le ricadute di quel periodo sul presente?
La cosa più sconcertante di questa storia è che molti dei protagonisti sono tuttora viventi. A parte Carminati, l'uomo più vicino a De Pedis nella gestione dei videopoker e quello che forniva le armi al gruppo dei Testaccini, c'è ad esempio Flavio Carboni che entra ed esce dai processi, come nel caso dell'omicidio di Calvi: Carboni porta Calvi a Londra, poi dice di non sapere dove sia finito, e trovano il cadavere del banchiere sotto un ponte. Eppure Flavio Carboni è stato consultato dal padre di una ministra per sapere chi scegliere per dirigere una banca. Ma le sembra normale?

Una scena del film La verità sta in cielo.
Una scena del film La verità sta in cielo.
Una scena del film La verità sta in cielo.

Come è cambiata la criminalità da quegli anni a oggi?
Non c'è nessuna differenza. Se si leggono gli atti di Mafia Capitale si ritrovano le stesse figure, gli stessi tipi di operatività: ricatti, denaro sporco, droga, soprattutto infiltrazioni nelle istituzioni, ora come allora. Vi dò una notizia che quasi nessuno ha mai raccolto: c'erano due guardiaspalle di De Pedis, uno si chiamava Paolo Frau, accompagnava De Pedis a comprare le cravatte dal famoso sarto Albertelli, ed è morto assassinato ad Ostia davanti a casa sua; il secondo si chiama Maurizio Lattarulo, qualche anno fa lui è stato assunto in Campidoglio come consulente dell'Assessorato alle Politiche Sociali e sua moglie (Claudiana Bernacchia, ndr) dall'arciconfraternita della Basilica di San Giovanni come assistente sociale, dopodiché qualche tempo fa è stata arrestata con due etti di droga nascosti nell'auto. Ma si rende conto? Siamo alla follia, questi personaggi sono dentro le nostre istituzioni.

Perché girare questo film oggi e non, ad esempio, dieci anni fa?
Perché dieci anni fa non me l'avrebbe fatto fare nessuno: non posso escludere che ci sia chi vorrebbe agire per togliere il film dalla circolazione, c'è già un sacco di gente che ci annuncia querele. Evidentemente oggi Rai Cinema ha un coraggio che non avrebbe avuto in passato: oggi i media sono più liberi, c'è una maggiore apertura nei confronti del rischio. Ma anche oggi non tutti vogliono rischiare. Prima della Rai ho incontrato altre reti televisive e la loro reazione è stata: stai scherzando o sei pazzo?

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