Il reboot della saga arriva al terzo capitolo e trova nelle idee di sceneggiatura i passaggi più convincenti. E sono idee da vero cinema industriale.
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A cinquant'anni dal primo episodio della prima stagione storica di Star Trek, il reboot della saga arriva invece al terzo capitolo. Sincronizzare il vecchio e il nuovo è, del resto, sempre stata la preoccupazione del rilancio del franchise ideato da J.J. Abrams, e ovviamente è fin troppo facile percepire l'assenza di un autore della sua forza all'interno di questo ultimo capitolo.
Insomma, Star Trek Beyond nasceva sotto i migliori auspici per quanto riguarda l'occasione del mezzo secolo - festeggiato anche da una serie nuova di zecca in arrivo a breve, ma non sintonizzata sugli avvenimenti del grande schermo e quindi non intenzionata a costruire uno Star Trek Universe. Ma nasceva anche sotto il mirino delle comunità di appassionati, per l'ennesimo passaggio di team creativo che avrebbe rischiato di minarne a fondo la credibilità. Ogni blockbuster hollywoodiano è sempre un documento sulle politiche industriali americane. Star Trek Beyond non è da meno, e pare evidente che questa sia la sua qualità più riconoscibile.
Votato all'azione in maniera persino eccessiva (sono davvero troppi i momenti di catastrofismo e scontro bellico confusi e con effetti speciali annebbiati), il film di Justin Lin trova nelle idee di sceneggiatura, più che di messa in scena, i passaggi più convincenti. E appunto sono idee da cinema industriale, dove la narrazione deve allinearsi in maniera possibilmente creativa con le analisi produttive e le strategie di marketing. Star Trek Beyond continua ad essere un film multi-strato, magari meno smaccatamente transgenerazionale rispetto a Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza, ma altrettanto rispettoso del passato, e persino della recente rielaborazione di Abrams (vedi tutta la vicenda della linea temporale di Spock, che alla fine diviene la scusa perfetta per un omaggio alla serie classica).
Nulla che i due film di Abrams non avessero già ideato (anzi Into Darkness - Star Trek è ancora oggi studiato come l'esempio più perfetto di equilibrio tra investimento industriale e strategia di innovazione narrativa del franchise), ma che Lin riesce a non disperdere, magari attutendo le ambizioni rifondative ma lasciando una saga forse più tradizionale e pronta a nuovi sequel - che nessuno dubita ci saranno.