In un certo senso l'Oscar a Leonardo Di Caprio l'ha sancito: quella di Revenant è soprattutto un'esperienza di lavorazione estrema. Filmare quasi tutto dal vero, nei veri luoghi, con pochissimo uso di computer grafica, girando solo al tramonto e cercando sempre la verosimiglianza. Inarritu, Lubezki e DiCaprio hanno cercato questo, un'esperienza che desse al film una forza maggiore del solito.

Il percorso che affrontiamo oggi non è certo borderline con la morte ma più una versione dimostrativa di quel che potrebbe essere sopravvivere oggi, ma con i mezzi di ieri, a contatto vero con la natura. L'ultimo scampolo di vita selvaggia che l'epoca moderna possa regalare paradossalmente la racconteremo sui social.

In occasione dell'uscita in Home Video del film la 20th Century Fox ha pensato di mettere in pratica l'idea di un'esperienza di sopravvivenza. Oggi testeremo sui monti Lepini (poco fuori Roma) tecniche di sopravvivenza e di movimento in ambienti selvaggi.

Sebbene nessuno dovrà combattere un orso né pernottare nella carcassa di un cavallo, oggi scopriremo come maneggiare le lame, gli utensili o accendere un fuoco con tecniche primitive. È quel grande racconto di un uomo che morente e perso nel più avverso dei contesti riesce a rimanere in vita, e che si nutre di quella stessa capacità di sopravvivere, che sperimenteremo in piccole dosi oggi e che racconteremo sui nostri canali social.

Quali sono le piante commestibili? Quali quelle officinali? Come distinguere le tipologie di alberi o la morfologia del territorio? Come mettere insieme un kit di sopravvivenza? O ancora come orientarsi senza bussola sia di giorno che di notte?

Tutto quello che ha segnato la morte di Alexander Supertramp in Into the wild è invece ciò che ha consentito a Hugh Glass di sopravvivere in The Revenant, nonostante sembrasse impossibile. Entrambi personaggi realmente esistiti, entrambi legati alla natura selvaggia nella lotta per rimanere vivi.