A Roma per presentare Un momento di follia, dal 24 marzo al cinema, l'attore cita Richard Burton e attacca il doppiaggio italiano: «è una mafia».
"Io sono un'attrice, proprio come diceva Richard Burton, perché un'attrice è sempre più di una donna, mentre un attore è sempre meno di un uomo''. Detto da Vincent Cassel questa frase potrebbe sembrare stonata, ma dà un po' il senso di un'apologia della donna che l'attore parigino oggi a Roma ha fatto nel presentare Un momento di follia di Jean-Francois Richet, in sala dal 24 marzo in 250 copie con CamiMovie e Medusa.
Dall'attore arriva un attacco al doppiaggio del film ieri a Hollywood Party su Radiotre, dopo aver visto una clip in cui l'origine corsa del coprotagonista è a suo giudizio non è percepita. ''In Italia non si riesce a vedere un film in lingua originale, perché i doppiatori qui sono una mafia''.
Nel film Cassel è Laurent, un 45enne in vacanza in Corsica ospite del suo amico del cuore Antoine (François Cluzet) e di sua figlia 17enne Louna (Lola Le Lann). Un momento di follia e Laurent si trova tra le braccia della ragazzina. Da qui una storia complicata e mille sensi di colpa.