A Ennio Morricone il suo primo Oscar per la miglior colonna sonora.
di Tirza Bonifazi
Vincerà Revenant - Redivivo o Il caso Spotlight? L'Academy premierà finalmente Leonardo DiCaprio o snobberà ancora una volta il suo talento? S'imporrà il futuro desertico e senza speranza di George Miller sul paesaggio glaciale di Alejandro González Iñárritu?
La storia dell'edizione 88 dell'Academy Award l'ha fatta Leonardo DiCaprio, Oscar alla mano e sorriso in bocca.
Erano tutte domande che circolavano per l'ambiente del cinema fino a questa notte, quando dal palco del Dolby Theater sono stati annunciati i vincitori. Il caso Spotlight ha finito per guadagnarsi il premio Oscar come miglior film, mentre Alejandro González Iñárritu ha impugnato, per la seconda volta consecutiva, la statuetta entrando nella storia del cinema. Anche l'Italia vince con la colonna sonora di Ennio Morricone per Quentin Tarantino. Ma la storia dell'edizione 88 dell'Academy Award l'ha fatta Leonardo DiCaprio, Oscar alla mano e sorriso in bocca.
Un po' a sorpresa Il caso Spotlight si aggiudica il premio più importante dell'Academy che sembrava dovesse finire in mano ad Alejandro González Iñárritu o George Miller.
Il regista dedica il premio ai sopravvissuti che con il loro coraggio e la volontà di andare avanti sono stati una grande fonte ispirazione.
Ma il detto vuole che tra i due litiganti il terzo goda e così il film di Tom McCarthy batte Il ponte delle spie, Brooklyn, Room e Sopravvissuto - The Martian oltre a Revenant - Redivivo e Mad Max: Fury Road.
Con Revenant - Redivivo Alejandro González Iñárritu entra nella storia del cinema come il primo regista a vincere il premio Oscar per due anni consecutivi.
Iñárritu ha fatto di Revenant - Redivivo il suo personale Fitzcarraldo, girando in condizioni estreme tanto che l'agonia causata dalle scene è indistinguibile dall'agonia in esse contenuta.
Iñárritu riesce a spuntarla su George Miller (autore di Mad Max: Fury Road) che fino a quel momento aveva fatto incetta di premi.
Tutti gli occhi erano puntanti su di lui in questa 88esima edizione dei premi Oscar. Dopo essere stato nominato altre quattro volte come miglior attore, finalmente DiCaprio mette a segno la candidatura.
Attraverso il dolore fisico Alejandro González Iñárritu ha voluto creare una dimensione spirituale in Revenant - Redivivo che ha permesso a Leonardo DiCaprio di entrare nel personaggio.
Gli altri rivali di DiCaprio, che ha sofferto le pene di un inferno di ghiaccio sul set del film, erano Bryan Cranston (L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo), Matt Damon (Sopravvissuto - The Martian), Michael Fassbender (Steve Jobs) ed Eddie Redmayne (The Danish Girl).
Che Brie Larson venisse premiata per Room era cosa certa. Ricevendo la statuetta l'attrice ha confermato tutti i pronostici.
Brie ha raccontato quanto fosse stato faticoso girare in uno spazio confinato, che serviva a dare l'impressione di essere davvero la prigioniera di un terribile aguzzino.
A differenza di DiCaprio, Brie Larson ha vinto alla sua prima candidatura, battendo le colleghe Cate Blanchett (Carol), Jennifer Lawrence (Joy), Charlotte Rampling (45 anni) e Saoirse Ronan (Brooklyn).
Anche se tutti davano già per vincitore Sylvester Stallone (Creed - Nato per combattere), a guadagnarsi il premio Oscar come miglior attore non protagonista è Mark Rylance che nel film di Steven Spielberg brilla nei panni dell'agente segreto sovietico Rudolf Abel.
Autori della sceneggiatura del film sono Matt Chapman e i fratelli Joel ed Ethan Coen che abbassano un po' i classici toni sentimentalisti e patriottici dei film di Spielberg.
Rylance non batte solo Stallone ma anche Christian Bale (La grande scommessa), Tom Hardy (Revenant - Redivivo) e Mark Ruffalo (Il caso Spotlight).
Solo fino a poco tempo fa Alicia Vikander era una perfetta sconosciuta a Hollywood, finché non sorprese tutti vestendo gli abiti di Kitty nell'Anna Karenina di Joe Wright.
Negli abiti di Gerda Wegener Alicia Vikander ha saputo dare profondità a The Danish Girl.
Con questo Oscar l'attrice svedese ha avuto la meglio sulle colleghe Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight), Rooney Mara (Carol), Rachel McAdams (Il caso Spotlight) e Kate Winslet (Steve Jobs).
Dopo aver vinto l'Oscar britannico, Il caso Spotlight vince anche a Hollywood nella categoria Miglior Sceneggiatura originale.
Josh Singer e Tom McCarthy, che hanno messo mano a un caso che per anni era stato insabbiato dalla Chiesa, sono stati premiati anche ai Writers Guild Awards di Hollywood.
Il film che racconta l'inchiesta premiata con il Pulitzer che ha portato alla luce lo scandalo degli abusi sessuali dei preti sui minori batte, sulla scrittura, Il ponte delle spie, Ex Machina, Inside Out e Straight Outta Compton.
Charles Randolph e Adam McKay sono i responsabili della sceneggiatura del film diretto da McKay che si è guadagnato cinque candidature agli Oscar.
Il film è basato sul libro di Michael Lewis che a sua volta è ispirato a personaggi reali, come Michael Burry, un eccentrico manager di una società di investimenti.
Nella stessa categoria si trovavano anche Brooklyn, Carol, Sopravvissuto - The Martian e Room.
Solo una tragedia poteva impedire che il messicano Emmanuel Lubezki facesse storia vincendo tre Oscar consecutivi dopo essere stato già premiato per Gravity e Birdman.
Attraverso lo sguardo di Emmanuel Lubezki, e grazie a una nuova camera, Revenant - Redivivo offre una prospettiva più realistica del paesaggio utilizzando la luce naturale.
Questa è l'ottava candidatura all'Oscar messa a segno da Emmanuel Lubezki.
Poco più di un mese dopo aver ricevuto il riconoscimento dall'associazione di giornalisti stranieri residenti a Hollywood, e dopo sei candidature, Ennio Morricone impugna il suo primo Oscar per la miglior colonna sonora.
"Non ci può essere una grande colonna sonora senza un grande film che la supporti", afferma Morricone nel ricevere la statuetta.
Oltre al compositore di Tarantino, in lizza c'erano anche Thomas Newman (Il ponte delle spie), Carter Burwell (Carol), Denis Villeneuve (Sicario) e John Williams (Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza), che riceve in italiano i complimenti del collega vincitore.
Poco dopo aver cantato il tema di Spectre - 007 dal vivo sul palco del Dolby, Sam Smith riceve l'Oscar per "Writing's On The Wall".
Smith non si è fatto sfuggire la possibilità di diventare uno degli artisti più giovani a vincere il premio dell'Accademia.
Il cantante britannico batte Lady Gaga che sembrava la principale candidata per il premio a Miglior Canzone Originale con "Til it Happens To You", il tema del documentario The Hunting Ground.
Dopo aver collaborato in due dei capitoli di Babe, il maialino coraggioso, lo scenografo Colin Gibson e il regista George Miller tornano a lavorare insieme in Mad Max: Fury Road.
Tra le altre cose Gibson ha dato vita agli spettacolari veicoli che giocano un ruolo chiave nel film d'azione post-apocalittico.
Il lavoro di Colin Gibson e Lisa Thompson è valso l'Oscar, nonostante quest'anno ci fossero nella stessa categoria altri grandi film rivali come Il ponte delle spie e The Danish Girl.
Jenny Beavan, che ha fatto moda negli anni Ottanta al fianco di Merchant Ivory con il quale si è laureata in costumi d'epoca, vince l'Oscar per aver vestito i ribelli di George Miller.
Quest'anno i candidati all'Oscar nella categoria migliori costumi ricoprivano un'ampia varietà di generi, dall'azione al fantasy.
Se in Maurice, Camera con vista e I bostoniani la Beavan aveva rivisto il passato, in Mad Max: Fury Road ha dovuto inventarsi il futuro in un mondo completamente nuovo, ferocemente femminista.
A vincere nella categoria del miglior montaggio è la moglie del regista di Mad Max: Fury Road, Margaret Sixel, alla sua prima candidatura.
"C'è voluto enorme coraggio e stomaco per fare questo film" dichiara dal palco del Dolby Theater Margaret Sixel.
Grazie al suo lavoro, il film di George Miller - questa favola futurista che esplode di violenza e crudeltà - riceve un altro premio, battendo il suo principale rivale, Revenant - Redivivo.
Il premio al miglior montaggio sonoro va a Mark Mangini e David White che hanno lavorato al film apocalittico di George Miller.
Mark Mangini ha dichiarato che per il montaggio sonoro di Mad Max: Fury Road si è ispirato a Moby Dick.
Nella rosa dei candidati c'erano anche Oliver Tarney (Sopravvissuto - The Martian), Alan Robert Murray (Sicario), Matthew Wood e David Acord (Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza) e Martin Hernandez e Lon Bender (Revenant - Redivivo).
Era impossibile che Mad Max: Fury Road non vincesse in questa categoria.
Una delle categorie che sempre solleva qualche obiezione è proprio trucco e acconciature che però quest'anno ha messo tutti d'accordo.
Il film diretto da George Miller si contendeva il premio con Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve e Revenant - Redivivo.
La Double Negative è tornata a essere protagonista degli Oscar grazie a Ex Machina, uno dei più sorprendenti film di fantascienza degli ultimi anni.
Ex Machina riesce a interrompere momentaneamente il flusso di premi messo a segno da Mad Max: Fury Road.
Vincendo il premio Oscar, batte nella stessa categoria Mad Max: Fury Road, Sopravvissuto - The Martian, Revenant - Redivivo e Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza.
A Cannes l'esordio in lungo di László Nemes fu premiato con il Gran Premio della Giuria e da allora Il figlio di Saul, il titolo più controverso nella rosa dei film stranieri, ha vinto diversi premi nella sua corsa a Hollywood.
I cinque candidati quest'anno provenivano tutti dai due festival più influenti del cinema: Cannes e Venezia.
Il film è ambientato ad Auschwitz nel 1944 e racconta un giorno e mezzo della vita di Saul, un ebreo che faceva parte dei cosiddetti Sonderkommandos.
Quest'anno l'attenzione dell'Accademia oscillava tra il mondo della musica (Amy - The Girl Behind the Name e What Happened, Miss Simone?), i conflitti armati come quelli della guerra contro il narcotraffico in Messico (Cartel Land), la crisi in Ucraina (Winter on Fire) e il genocidio indonesiano (The Look of Silence).
Acclamato dalla critica e vincitore di diversi festival, Amy - The Girl Behind the Name è il documentario dai maggiori incassi della storia del Regno Unito.
Ad avere la meglio è stata la turbolenta storia di Amy Winehouse raccontata dal regista inglese Asif Kapadia.
La Pixar mantiene la sua supremazia nella categoria di miglior film d'animazione grazie alla vittoria di Inside Out.
Il film è basato sulla propria esperienza del regista Pete Docter con sua figlia che, quando aveva 11 anni, smise di essere una bambina felice per diventare una preadolescente di mal umore.
Anche se alcuni avrebbero voluto veder vincere Anomalisa, la maggior parte del pubblico considera che il premio al film diretto da Pete Docter e Ronnie Del Carmen sia più che meritato.
Anche il premio al miglior sonoro va al film di George Miller grazie al lavoro svolto da Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo.
Le auto da corsa che sfrecciano attraverso il deserto, con il ronzio costante dei motori che ricoprono i brevi frammenti di dialogo sono uno dei punti di forza di Mad Max: Fury Road.
Ancora una volta Mad Max: Fury Road batte i principali rivali (Sopravvissuto - The Martian, Revenant - Redivivo, Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della forza) oltre a Il ponte delle spie.