Inaugura oggi la mostra "8 ½ ", un tributo al capolavoro di Federico Fellini realizzato dall'artista Thomas Berra (1986) che riprende gli ultimi 8 minuti e ½ del film sviluppati attraverso una serie di 20 disegni e due grandi tele. L'artista riprende infatti sequenza per sequenza, personaggio dopo personaggio, la scena finale per rimarcare il punto di vista di dubbio e incertezza di Guido, il protagonista. La mostra è un omaggio all'incertezza.
"8 ½ di Fellini è un pretesto, perché sta prima del testo con migliaia di altri film ergendosi all'improvviso (o inabissandosi) per divenire specchio (o pozzo senza fondo) in cui cercare di ri-trovarsi...pretesto, allora, ma anche contesto, e non solo. Il lavoro di Thomas si rivela come serie di note a margine d'un testo per diventare un nuovo testo: "8 ½. Come una strada..." scrive il filosofo Roberto Gelini.
Il percorso espositivo si concentra sulla parte finale nel film, dove il regista/protagonista, ormai sconfitto dai propri dubbi e dai giudizi degli altri, si appresta ad andare via e il critico, che lo attende alla macchina, lo esorta a non preoccuparsi, anzi a rallegrarsi se il suo film non verrà fatto. Ad un certo punto, dopo una serie di citazioni, compare un personaggio che invita il regista a seguirlo. Qui tutto diventa chiaro, Guido riprende il senso delle cose smarrite e inizia a girare il film.
Questo il focus della mostra che inaugura a Lugano allo SPAZIO 1929, un centro culturale gestito da un gruppo di giovani che come filo conduttore hanno, casualmente, proprio il cinema e la fotografia. Dunque l'esposizione dedicata a Fellini qui trova il giusto respiro, tanto da svilupparsi in due parti: quello interno di Spazio 1929 dove sono esposti una serie inedita di lavori su carta realizzati e tre tele di grandi dimensioni che ripercorrono le ultime scene del film, con l'accompagnamento del suono del vento e del noto ritornello di Nino Rota. E quello fruibile dall'esterno, nella zona della Limonaia di Villa Saroli dove è installato un video che riprende un momento colto nel finale del film: Guido che ricomincia a girare, disponendo pagliacci e musicisti in fila.
"Fellini ad un tratto si blocca. Ha sempre raccontato il suo mondo, quello che è stato, incantato e un po' ingenuo, spesso caricaturale e a volte amaro, di quello che ha vissuto. Ma ora è tutto diverso. Non fa, come sua abitudine, schizzi e disegnini dei suoi personaggi, ma prende appunti (...) non lo capisce subito che tutta quella confusione sarà il suo prossimo film (...) I produttori, gli attori, i macchinisti, non sanno e non possono avere idea di cosa potrà mai venir fuori dal delirio di scene apparentemente senza senso al quale stanno partecipando. Si fidano, in fondo è Fellini!". (Roberto Paolini, regista).