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Sundance Film Festival 2015, al via

In programma a Park City, nello Utah, dal 22 gennaio al 1 febbraio.
di Mauro Gervasini

In foto una scena del film Mistress America di Noah Baumbach.
Greta Gerwig (Greta Celeste Gerwig) (40 anni) 4 agosto 1983, Sacramento (California - USA) - Leone. Interpreta Brooke nel film di Noah Baumbach Mistress America.

giovedì 22 gennaio 2015 - News

Si fa presto a dire indie. E infatti il Sundance Film Festival, fondato nel 1981 dal "Sundance Kid" Robert Redford a Park City nello Utah, cominciava a perdere un po' della sua antica vocazione, quella di vetrina del cinema indipendente. Soprattutto gringo, ma non solo. Il problema è che tanti (ex) giovani ribelli che da lì mossero i primi passi sono poi stati assorbiti dall'industria e da Hollywood, gente come Jon Favreau o Steven Soderbergh, senza che si riuscisse a individuare, almeno nell'ultimo lustro, una nuova leva di cineasti di pari talento o successo. Il presidente Redford, l'"executive" Keri Putnam e soprattutto il direttore artistico (in carica dal 2009) John Cooper, hanno deciso di tornare alle origini, a un festival ancora "grunge" senza per questo snobbare il mainstream ma cercando e perlustrando l'underground.
Con la ormai dominante presenza di altri festival sullo scacchiere nordamericano, con Toronto che tutto divora e Telluride competitor sempre più minaccioso, il nuovo Sundance punta sulla qualità. E, diciamolo, sulla quantità. Si comincia oggi, giovedì 22 gennaio e si vedono film ininterrottamente fino a domenica 1 febbraio. Cinque sezioni competitive ma dodici complessive tra le quali una di cortometraggi (da sempre fiore all'occhiello della manifestazione) che conta ben 98 proposte. Scelte sfiziose, ad esempio, al capitolo World Dramatic, la dozzina di film provenienti dal resto del mondo tra i quali l'italiano Cloro di Lamberto Sanfelice, l'irlandese Glassland con Toni Collette e l'astro nascente Jack Reynor (già visto in What Richard Did e Transformers 4 - L'era dell'estinzione), il turco Ivy di Tolga Karacelik e l'australiano Strangeland di Kim Farrant con Nicole Kidman. Sezione documentari. Per la prima volta nella storia del festival, uno addirittura apre le danze il primo giorno. Si tratta di What Happened, Miss Simone?, nel senso di Nina, la grande cantante raccontata dalla filmmaker Liz Garbus. Ma è tutta la sezione Doc Premieres a essere particolarmente allettante, con nomi di punta come Alex Gibney (Going Clear, un docu su Scientology), Amy Berg (Prophet's Prey) e Brett Morgen con l'atteso tributo al leader dei Nirvana, un tipo già di suo molto Sundance, intitolato Kurt Cobain: Montage of Hack.
Tutte le scoperte indie, appunto il fiore all'occhiello della maison, nella sezione World Dramatics: forse qui, tra i sedici titoli selezionati, si scopriranno i grandi cineasti americani di domani. E c'è spazio per qualche figliol prodigo come Paul Weitz, che chiude il festival con l'anteprima di Grandma, storia di una nonna interpretata da Lily Tomlin impegnata in un viaggio di scoperta con la nipote Julia Garner. Oppure Noah Baumbach, reduce dal successo di Frances Ha, che sempre in coppia con Greta Gerwig, anche sceneggiatrice, presenta fuori concorso Mistress America. Quest'anno, poi, è spaziale la sezione /em>, che sempre in coppia con Midnight, perché come dice uno dei selezionatori, Charlie Reff, «ognuno dovrebbe avere il diritto di sbronzarsi e di ficcarsi in un cinema a mezzanotte per vedere qualcosa di divertente». E con It Follows, capolavoro horror di David Robert Mitchell visto a Torino ma in première americana tra le nevi dello Utah, il divertimento è assicurato. Così come con - immaginiamo - il nuovo di Eli Roth (Knock Knock con Keanu Reeves), il nuovo di Rodney Ascher (già autore di Room 237, ora alla ribalta con The Nightmare) e con un horror irlandese di cui già si dice un gran bene intitolato The Hallow (Corin Hardy in cabina di regia). Post scriptum: come al solito non mancherà James Franco, da qualche anno presenza fissa al Sundance, interprete di ben due film: True Story, un thriller psicologico, e I am Michael, prodotto da Gus Van Sant.

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