Secondo il direttore artistico Alberto Barbera, la Mostra del cinema di Venezia sarà "sorprendente": è questo l'aggettivo da lui più spesso usato per descrivere la selezione di 55 film inediti, scelti fra oltre 1500 lungometraggi (e 1600 corti), nell'arco di otto settimane di lavoro a pieno ritmo. Per la verità non è una sorpresa la terna di film italiani in concorso: Il giovane favoloso su Giacomo Leopardi di Mario Martone, il "newyorkese" Hungry Hearts di Saverio Costanzo e Anime nere di Francesco Munzi, tutti già dati per certi da bookmaker e giornalisti di spettacolo.
Davvero sorprendente è invece la quantità di grandi autori nella sezione Fuori concorso: da Peter Bogdanovich con il suo omaggio alla sophisticated comedy She's Funny That Way con Owen Wilson e Jennifer Aniston, a Lisa Cholodenko con la miniserie televisiva ("perché le serie televisive sono la nuova frontiera della narrazione," dice Barbera) Olive Kitteridge voluta e interpretata da Frances McDormand, da Joe Dante con la commedia horror Burying the Ex ad Amos Gitai con Tsili, da Barry Levinson con The Humbling a Lars Von Trier con il director's cut di Nymphomaniac Volume II, più i nostri Gabriele Salvatores con Italy in a day, Davide Ferrario con il documentario La zuppa del demonio, Sabina Guzzanti con La trattativa sui rapporti Stato-mafia ed Edoardo De Angelis con Perez, interpretato dal duo Luca Zingaretti e Marco D'Amore. Immancabile James Franco con The Sound and the Fury, così come il film collettivo Words with Gods che mette insieme un dream team registico composto, fra gli altri, da Arriaga, Kusturica, Gitai, Nair, Banbenco e de la Iglesia.
In concorso ci sono il turco tedesco Fatih Akin con The Cut e David Gordon Green con Manglehorn, uno dei due film al Lido con protagonista Al Pacino (l'altro è The Humbling), Alejandro Gonzalez Inarritu con Birdman, Benoit Jacquot con 3 Coeurs interpretato dal duo mamma e figlia Catherine Deneuve-Chiara Mastroianni, Good Kill, che ripropone il team regista-interprete di Gattaca fra Andrew Niccol e Ethan Hawke, Abel Ferrara e il suo Pasolini e un altro immancabile a Venezia, Shinya Tsukamoto, con Nobi.
"Quella di quest'anno è una selezione che osa scommettere, che si assume dei rischi, che investe sui giovani e il mercato", dice Barbera. E descrive questa 71esima edizione come un mix di "grandi autori, scoperte, opere prime e seconde ed esplorazioni di Paesi emergenti. "Molti film fanno riferimento alla guerra come spettro che incombe su di noi", continua il direttore della Mostra. "Il tema della crisi è ancora presente, anche se meno dominante dell'anno scorso, e sono molti i film ispirati alla letteratura, attingendo a Leopardi, Pasolini, Camus, Faulkner, Philip Roth, Elizabeth Strout". E chi più ne ha, più ne metta.