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FEFF 2014, vince il giapponese The Eternal Zero

Il MYmovies Audience Award va a Thermae Romae II.
di Emanuele Sacchi


domenica 4 maggio 2014 - Far East Film Festival

Prima ancora che arrivino i dati e la nuda numerazione, il successo del Far East Film Festival lo si può constatare vivendolo, osservando l'entusiasmo che rinasce di anno in anno tra i suoi aficionados e il Teatro Giovanni gremito ogni sera, di fronte alle pellicole più disparate. Un'edizione che ha lottato ancora una volta contro la crisi, che si è concentrata quantitativamente e qualitativamente su due cinematografie non (più) sotto la luce diretta dei riflettori: quella di Hong Kong, il cui ritrovato spirito di consapevolezza e orgoglio è stato immortalato attraverso una serie di titoli uniti da catastrofi apocalittiche (As the Light Goes Out, Firestorm, The Midnight After), e quella delle Filippine, in cui la rinascita del cinema d'autore sotto il segno di Lav Diaz e Brillante Mendoza sta guidando un risveglio anche nel cinema popolare, con esiti molto interessanti. Diversi i titoli meritevoli di menzione, tra cui il Black Coal Thin Ice già vincitore dell'Orso alla Berlinale e quel Tamako in Moratorium di Yamashita Nobuhiro, che ha impazzato nei principali festival internazionali (Busan, Rotterdam, Hong Kong).
Ma come è noto per chi segue da anni uno dei più peculiari e riusciti tra i festival della penisola, il Far East Film Festival di Udine non ha una giuria ma lascia la parola interamente al proprio pubblico sul verdetto finale. Scorrendo l'albo d'oro del festival risulta così arduo, a parte constatare la prevalenza di titoli sudcoreani, stabilire un nesso immediato, un fil rouge riconducibile a qualche logica o direzione intrapresa. Quel che è certo, invece, è che il palmarès 2014 sia costituito da film dalla forte valenza politica, ma dall'approccio divergente, quando non contrastante. Il vincitore incontrastato, il giapponese The Eternal Zero, ha rappresentato un caso in patria, dove ha conseguito un enorme successo al box office. La storia di un kamikaze eroico, in cui lo script si sforza di sottolineare come si sia trattato di un kamikaze riluttante, per cedere infine all'eroismo patriottico senza se e senza ma, rappresenta la continuazione di un ripensamento sulle pagine più nere della storia nipponica, che passa anche dal recente Si alza il vento di Miyazaki Hayao, e che presenta ambigui segnali di riabilitazione di ciò che non può essere riabilitato. Non a caso l'autore del best seller da cui The Eternal Zero è tratto ha messo in discussione i fatti di Nanchino del 1937: il revisionismo avanza a piccoli passi, silenziosamente, ed è un dato allarmante che va al di là del cinema. Tornando ad esso e ai vincitori, si aggiudica tanto il secondo posto del pubblico che il Black Dragon Award - assegnato dai fan più affezionati del festival - The Attorney, courtroom drama dalla Corea del Sud che mostra la solidità di un'industria cinematografica come quella sudcoreana, capace di offrire quel prodotto "medio" che ormai a Hollywood latita. Prova maiuscola, degna di un Oscar, per Song Kang-ho nel ruolo di un avvocato che scopre di avere una coscienza quando mette la sua arte forense al servizio di un drammatico caso di torture e false accuse ai danni di uno studente, perpetrate dalla polizia di Stato, a caccia di spie comuniste. Anche qui non mancano le ambiguità nella denuncia politica di Yang Woo-seok, ma il meccanismo funziona e avvince, pur elevando raramente il proprio linguaggio. Terza piazza per una delle sorprese del festival, capofila del drappello di elettrizzanti titoli dalle Filippine (una menzione per l'ottimo Shift, fuori dai premiati), quel Barber's Tales che oltre a mettere in scena con grande coraggio pagine dolorose della storia nazionale - racconta infatti degli anni in cui il dittatore Marcos dava la caccia ai ribelli in tutto il Paese - prova a costruire un ponte tra due anime da sempre scisse nelle Filippine, quella del cinema popolare e del cinema d'autore. Jun Robles Lana riesce a tratteggiare dal punto di vista di Marilou, una straordinaria Eugene Domingo, l'unicità di una nazione e dei suoi usi e costumi, il conformismo e l'arretratezza, ma anche l'orgoglio ferito che permette al suo popolo di ribellarsi agli abusi del potere. Il MYmovies Award, invece, premia il gioioso disimpegno di Thermae Romae II, continuazione della geniale intuizione del primo episodio, presto in sala in Italia, sull'architetto Lucius, che dall'antica Roma viaggia nel tempo e nello spazio fino al Giappone contemporaneo per apprendere i segreti della sua "curiosa" popolazione. Aggiunge pochissimo all'originale, ma il divertimento è assicurato.
Un'altra edizione imperdibile per un festival che non si arrende alle difficoltà. L'anno prossimo sarà il numero 17, ma il Far East non teme neanche la mala suerte.

TUTTI I PREMI:

AUDIENCE AWARD 2014:
1. The Eternal Zero di Yamazaki Takashi (Giappone)
2. The Attorney di Yang Woo-seok (Corea del Sud)
3. Barber's Tales di Jun Robles Lana (Filippine)

BLACK DRAGON AUDIENCE AWARD 2014
The Attorney di Yang Woo-seok (Corea del Sud)

MYMOVIES AUDIENCE AWARD 2014
Thermae Romae II di Takeuchi Hideki (Giappone)

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