La grande svolta mistica: non solo Hollywood.
di Pino Farinotti
La potente macchina della comunicazione, e della propaganda hollywoodiana
sta divulgando i termini del nuovo corso di quello che continua ad essere il cinema più importante, per lo meno in chiave commerciale, del mondo. Viene annunciata una serie, quasi interminabile, di titoli che raccontano le vicende di personaggi come Noè, Mosè e Maria. E naturalmente non può mancare l'eroe assoluto, il re dei re, Gesù.
La lettura di un fenomeno come questo può avere una sola, prevalente interpretazione, che è quella business naturalmente, ma possono essercene altre, complesse e profonde, che presentano radici diverse, che possono riguardare altri sentimenti, o altre indicazioni, o evoluzioni che sembrano prevalere in questo momento storico, un momento che certo è legittimo definire di grandi cambiamenti. Per una lettura in questo senso non basterebbe certo il mio spazio del venerdì. Magari un giorno ci scriverò un libro. Però qualche sintesi può trovare spazio.
Nelle epoche il cinema americano si è sempre affiancato, a volte ha prevenuto, il momento sociale e quello politico. Negli anni trenta Hollywood produsse film anticomunisti mettendo in campo i divi maggiori, come Greta Garbo. Durante l'immane depressione del '29 Washington diede input precisi alla città del cinema, così vennero prodotti film di Frank Capra grondanti di ottimismo, oppure un Biancaneve dove i nani vivevano felici in povertà pur scavando diamanti grandi come mele, o gli irresistibili momenti di Astaire-Rogers, segnali mai più visti della gioia di vivere. Poi venne il cinema di guerra, con gli americani che erano gli eroi che liberavano il mondo dal nazismo dal comunismo e dall'imperialismo. Seguirono film sui reduci, con veri capolavori, come I migliori anni della nostra vita. Poi fu il momento della nuova presa di coscienza post-bellica, con le nuove leve, i Brando, i Newman e altri, gente che manifestava nei cortei per i diritti civili. Negli anni sessanta il cinema sposò la causa razziale. Indovina chi viene a cena toccò quel tasto con forza e sentimento e favorì, in America e non solo, un incremento esponenziale dei matrimoni misti. Poi ecco il cinema contro il Vietnam, e avvicinandoci al contemporaneo, quello sulle guerre del Golfo e il cinema che affiancava un presidente progressista come Clinton. Parlo di sociale e di impegno.
Superpoteri
Ai nostri giorni nel cinema americano prevalgono effetti speciali, fantasy, eroi dai superpoteri magari strappati ai fumetti. Sappiamo. Alludo a personaggi come Iron Man, Batman, Spider man, I Fantastici quattro, L'incredibile Hulk, Capitan America... e altri. Il botteghino ha registrato una prima flessione degli incassi e i manager in questi casi non vogliono farsi trovare impreparati. Il primo sospetto, tornando al concetto iniziale può essere che a Hollywood vogliano sostituire quei "superpoteri" con altri. E allora ecco l'idea di gente che apriva il Mar rosso, salvava l'umanità con una grande barca, o si poneva come guida religiosa, morale, ultraterrena e tutto il resto, per gli esseri umani, per l'eternità. Insomma il cinema americano avrebbe scoperto un testo già pronto per sceneggiature strepitose, la Bibbia. Ed ecco alcuni dei film che saranno distribuiti nel 2014. Due riguardano Mosè, Gods and Kings, di Ang Lee (premio Oscar 2013), ed Exodus di Ridley Scott. Poi c'è Noè di Aronofsky, con Russell Crowe. Gesù, e sua madre vegono raccontati in Mary, Mother of Christ, e in Resurrection. Ma i titoli non finiscono qui.
Negli anni cinquanta Hollywood produsse grandi film che riguardavano "quella" mistica. Il referente principale fu Cecil De Mille, un cattolico che diresse I dieci comandamenti divulgando "novelle" bibliche che il grande pubblico del cinema magari non conosceva. Di questo filone fanno parte Quo Vadis, La Tunica e il gigante Ben Hur. Successivamente l'argomento passò di moda. Adesso torna di moda.
Mi piace pensare che ci sia qualcosa di più del botteghino dietro a questo nuovo corso. Qualcosa che si connette al nuovo impulso mistico, umano e culturale, partito da Roma, da quello straordinario papa Bergoglio che ha reinventato una comunicazione, certo ben più importante di quella che arriva dal cinema americano. A volte modelli di comunicazione con matrice del tutto diversa, possono procedere in reciprocità, tenendosi d'occhio. I fedeli che assistono, in piazza San Pietro alla messa domenicale del papa, e lo seguono nei molti servizi che gli dedicano i media, è la stessa gente che va al cinema.