La video arte e il cinema tra diverse culture.
di Rossella Farinotti
Oggi a Milano sarà presente una giovane video artista in visita direttamente dalla sua città, Rio de Janeiro. Il Brasile ultimamente è un vero protagonista nell'ambito artistico. Si organizzano mostre di fotografi emergenti, e vale una citazione importante, già accreditata, l'ultimo film di Giorgio Diritti Un giorno devi andare, amato da critica e pubblico, e non succede spesso. È la storia, molti lo ricorderanno, di una ragazza italiana (Jasmine Trinca, davvero brava) che evade dal proprio mondo e dal proprio dolore e raggiunge un fiume dell'Amazzonia, e poi lo slum di Rio. Location forti e suggestive, un'umanità viva e problematica, e soprattutto un grande scambio tra culture.
Ecco che la presenza di una giovane artista esordiente che approda a Milano per un evento culturale molto grande, ma dedicato a un quartiere di Milano, la zona Paolo Sarpi, non è un fatto scioccante, ma rappresenta una novità, e un'anomalia divertente. Antonia Dias Leite (1980, San Paolo) è una brasiliana che ha mosso i primi passi nel cinema d'artista, ottenendo immediati successi nel suo Paese: è stata fra i finalisti del PIPA in Brasile, e ha ottenuto critiche importanti sul New York Times e su Vogue. Dopo una laurea alla Parsons e un master alla School of Visual Arts, nel 2009, sotto la supervisione di Vik Muniz, maestro dell'arte visiva, inizia la sua carriera esponendo a New York, San Paolo, Pechino, Parigi e Rio de Janeiro. Il suo lavoro è composto per lo più da opere di video-arte, ma con incursioni nella fotografia e nell'installazione. Antonia tocca temi fortemente femminili e legati al Paese con uno stile che la identifica all'istante: scene lente, scenografie quasi gotiche con un'atmosfera onirica, ma profondamente reale, tra abiti bianchi, essenziali movimenti, animali paurosi ripresi per estetica, scene di sesso velate da mistero, enormi formiche che si muovono in costante lavorio su sfondi bianchi. Inquietudine e impatto visivo elegante, ma quasi violento. Vive e lavora tra Rio de Janeiro e New York.
Per il progetto culturale milanese "Arte in Sarpi" ecco che la regista porta in campo, anzi, in strada, la sua cultura e il suo mondo, patinato e sofferente nello tesso tempo, per raccontare qualcosa di personale, che diventa in automatico universale, con un forte timbro femminile. Come Augusta nel film di Diritti, anche Antonia Dias Leite (Leite in portoghese significa latte) racconta esperienze, sensazioni, paure e angosce attraverso il mezzo cinematografico, non sullo schermo, ma da dietro la macchina da presa, che gioca con l'immagine irreale, per risultare quasi evanescente, forse come evanescenti risultano alcune esperienze vissute.
I tre lavori che saranno proiettati, Pequenas mortes, Mildred's Farewell e Seind und Zeit (Being and Time) rappresentano alcuni dei codici che distinguono la produzione dell'artista. Il passaggio di stile e di racconto è netto: dal primo racconto, delle "Piccole morti" in cui l'autore rappresenta un mondo al limite tra l'onirico e il reale; al Mildred's Farewell (l'Addio di Mildred) che quasi si evolve in uno stile pittorico, con poetiche e astratte pennellate che arrivano a un punto finale; e poi "Essere e tempo", dove l'artista mostra la sua parte più erotica, ma soltanto suggerita, lasciando allo spettatore la facoltà della fantasia. Le opere di Antonia vivono di una forte connotazione autobiografica, tesa a creare effetti analogici nel linguaggio video. "Una sorta di video del video, dove il supporto stesso viene messo in discussione e utilizzato come elemento base della creazione, che avviene non solo nel primo momento della cattura delle immagini, ma soprattutto nella fase di manipolazione delle stesse", come sostiene il curatore Claudia Buzzetti.
I 3 video di Antonia Dias Leite sono presentati da Paolo Rosa di Studio Azzurro, tra i più accreditati personaggi della video arte italiana. (Via Sarpi, 48. Milano. Ore 20.30).