Potrebbe essere Warm Bodies il vincitore del weekend italiano, anche se sicuramente la lotta sarà durissima, visto che ieri c'erano quattro titoli nei primi posti divisi da meno di 10.000 euro. La pellicola con Nicholas Hoult è al momento terza in 380 copie (fonte e-duesse) con 79.634 euro, che dovrebbero portare a un fine settimana da circa un milione di incassi.

Cifre simili per i quattro giorni (ma forse un po' inferiori) dovrebbero attendersi Django Unchained (83.162 euro ieri, per un totale di 10,1 milioni finora), The Impossible (81.430 di giovedì, è arrivato a una somma complessiva di 1,7 milioni) e Lincoln (74.897 euro, in tutto è a quota 4,5 milioni).

Dati inferiori per altre nuove uscite, che però presentano un numero di copie variegato e quindi ci si divide tra chi deluderà e chi invece potrà ottenere buone medie per copia. Zero Dark Thirty con 47.913 euro in 190 sale e potrebbe così finire il weekend con una discreta media per sala. Molto negativi invece i dati di Studio illegale (45.829 euro in 340 cinema, conferma che non si può vivere solo di commedie italiane, anche perché il pubblico ne è sempre più stufo) e Broken City (43.870 in 300 sale). Non promette bene neanche Zambezia, cartone arrivato in 245 schermi e che finora ha raccolto 10.472 euro, mentre Cirque du Soleil - Mondi lontani se la cava un po' meglio con 16.887 euro in un centinaio di sale.

E veniamo al risultato più intrigante del fine settimana, che dovrebbe dar vita a un'ottima (e meritatissima) media per schermo. È Re della terra selvaggia, film che ha ricevuto 4 candidature all'Oscar e che in 25 schermi ha conquistato ieri 9.536 euro. È un risultato che ricorda molto quello di Amour, che era arrivato in una decina di schermi in più e che aveva conquistato 12.230 euro al primo giorno, per chiudere il weekend con 191.147 euro, quindi con un moltiplicatore di quasi 16. Magari questa progressione non avverrà, ma anche a essere cauti, 100-120.000 euro per questo titolo (e quindi una media per sala superiore ai 4.000 euro) dovrebbero essere garantiti. A dimostrazione che, se si vuole sostenere il cinema d'autore, bisogna uscire in un numero di copie moderato, in modo da consentire poi una tenitura e un passaparola efficace.

Questi risultati comunque produrranno un weekend più debole rispetto a quello analogo dell'anno scorso (in cui Com'è bello far l'amore aveva conquistato 2,5 milioni e Hugo Cabret 1,5 milioni), un'ulteriore brutta notizia dopo quella sui risultati dello scorso mese.

Infatti, i dati del gennaio 2013 hanno mostrato un forte calo rispetto all'analogo mese del 2012, portando a una flessione del 23% per numero di biglietti e del 24% per quanto riguarda gli incassi. Si tratta del peggior risultato degli ultimi cinque anni, ma va anche notata la mancanza di film evento del livello di quelli del 2010 (Avatar, Io, Loro e Lara, Sherlock Holmes), 2011 (Che bella giornata, Qualunquemente) e 2012 (Benvenuti al Nord e Immaturi - Il viaggio), quindi non è certo un dato drammatico, ma che invece andrebbe contestualizzato.

Proprio la mancanza di titoli fortissimi nostrani come quelli dell'anno scorso, ha portato la quota di mercato dei film italiani a gennaio al 34%, rispetto al 48% del 2012. Se ci aggiungiamo anche la diminuzione delle risorse per il Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo, passato dai 411 milioni del 2012 ai meno di 390 di quest'anno (una scelta ovviamente molto criticata dalle associazioni di settore), si capisce che il momento non sia felicissimo.