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Busan 2013, la notte degli zombi in 3D

Grande attesa per l'esperimento del cinema a 270°.
di Emanuele Sacchi

In foto una scena di Like Father, Like Son di Koreeda.

venerdì 4 ottobre 2013 - News

Dopo l'apertura tra Buddha e danza mistica di Vara: A Blessing, in curioso contrasto con il glamour insistito e ostentato del tappeto rosso, iniziano le giornate dense di proiezioni al Busan Film Festival. E quando i film da comprimere in 8-9 giorni sono circa 300 significa molte proiezioni, al di là delle possibilità del cinefilo più nerd e incallito. In mattinata un doveroso ripasso del meglio offerto dal Giappone questa stagione con i suoi autori più rinomati: l'Hirokazu Koreeda di Like Father, Like Son - delizioso quadro famigliare sul senso della paternità e sul suo rapporto con la netta cesura sociale tra ricchi e poveri - e lo Aoyama Shinji di Backwater - dolorosa riflessione sulla prevaricazione violenta e maschilista insita nella tradizione giapponese, osservata in un microcosmo umano in riva a una palude -, transitati rispettivamente da Cannes e Locarno. Sempre nipponico l'evento più atteso della giornata, l'incontro con il pubblico del regista Nobuhiro Yamashita (Linda Linda Linda) e della bellissima Atsuko Maeda, pop idol e protagonista dell'ultimo film di Yamashita Tamako in Moratorium, in cui interpreta una disoccupata indolente e senza speranza.

C'è anche l'Italia in concorso nella sezione "Flash Forward" sugli autori emergenti, in cui due anni fa trionfò Là-bas di Guido Lombardi. Salvo di Piazza e Grassadonia, storia di mafia alla maniera di Melville graziata dalla fotografia di Daniele Ciprì, ha le qualità e i numeri per ben figurare nel contesto del festival sudocoreano.

In serata spazio alle prime (due) "Gala Presentation". Appuntamento eccezionalmente doppio, a causa dell'attesissimo corto di Kim Jee-woon, The X, esperimento di cinema "panoramico" che vuole estendere la visione su schermo a 270° in luogo dei tradizionali 180°. Prima serata invece per Nagima di Zhanna Issabayeva, dramma neo-realista della regista kazaka che racconta la storia di un'orfana cresciuta in un mondo ostile, che si trova invischiata in una vicenda tragica e dai risvolti sinistramente iterativi.

Proiezione all'aperto allo splendido BIFF Theater, con ospiti di grido, per Silent Witness, legal cinese interpretato da una star immortale di Hong Kong, quell'Aaron Kwok (Throw Down) che l'anno scorso era protagonista del film di apertura del Busan Film Festival, l'action Cold War. Qui al posto della maestria da action di Hong Kong una ben più pragmatica mentalità da blockbuster cinese; ma le urla delle ragazzine risuoneranno comunque tra le mura del Busan Cinema Center.

Chiude la serata la prima "Midnight Passion", che comincia con il botto di Dawn of the Dead 3D, riedizione del capolavoro di George Romero convertito sotto la supervisione di Richard Rubinstein. Uno dei capisaldi del genere horror negli '80 e una delle più acute metafore socio-politiche, tra zombi e centri commerciali, che ritrova lo schermo nella magnificenza del 3D. E già cresce la curiosità per le scene che sfrutteranno al massimo la profondità di campo... Eliminati gli zombi tocca a Keeper of Lost Causes, cupo noir poliziesco danese affidato a un ex-assistente di Vinterberg e Von Trier; come dire la scuola del Dogma al servizio del cinema di genere, con tanto di coppia di poliziotti interrazziale. Infine il nerissimo The Devil's Path, discesa negli abissi per Kazuya Shiraishi che promette truculenze su schermo e perversioni anche più insostenibili per la psiche.

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