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Al via il 66° Festival di Locarno

Piazza Grande apre i battenti con Cani sciolti, con Washington e Wahlberg.
di Annalice Furfari


mercoledì 7 agosto 2013 - News

Un cinema di frontiera, capace di indagare ciò che si muove ai bordi dell'inquadratura, selezionato tra le proposte di qualità dei circuiti non convenzionali, ma al contempo in grado di attirare le folle. È il vincente biglietto da visita del Festival del Film di Locarno, che inaugura oggi la sua edizione numero 66 e chiuderà il 17 agosto. Come ogni anno, protagonista assoluta sarà la celebre Piazza Grande, con il suo enorme schermo e la sua eccezionale capienza di 8.000 spettatori. Proprio da qui si parte, questa sera, con la cerimonia d'apertura e la consegna all'attore britannico Christopher Lee dell'Excellence Award Moët & Chandon, che ogni anno premia i protagonisti più apprezzati della scena cinematografica internazionale. A seguire ci sarà l'anteprima di Cani sciolti, action-comedy hollywoodiana diretta da Baltasar Kormakur, con Denzel Washington e Mark Wahlberg nei panni di due agenti sotto copertura impegnati a impedire una rapina in banca. In questa prima giornata del festival svizzero ci sarà spazio anche per la musica, declinata in chiave cinematografica. Atteso a Locarno il cantautore impegnato Vinicio Capossela, co-sceneggiatore e protagonista del nuovo documentario diretto da Andrea Segre. Indebito, che aprirà la sezione del Fuori concorso, racconta la crisi economica della Grecia attraverso le note del rebetiko, musica che fin dagli anni Venti dà voce alla protesta, alla disperazione e alle paure del popolo ellenico. Dopo la proiezione del film, la palla passa direttamente alla musica, con il concerto che Capossela dedicherà ai ritmi della tradizione greca.

I giochi del Concorso internazionale si apriranno domani, con le 20 opere, di cui 18 in prima mondiale, che si contenderanno il Pardo d'oro 2013, assegnato dalla giuria presieduta dall'autore filippino Lav Diaz. Tra i registi protagonisti di questa sezione figurano autori noti nell'ambito festivaliero internazionale: la nuova stella rumena Corneliu Porumboiu, lo spagnolo Albert Serra con Historia de la meva mort e il francese Emmanuel Mouret, che presenterà Une autre vie, storia d'amore e di musica con Virginie Ledoyen e Jasmine Trinca. Significativa la presenza del cinema asiatico, con i nuovi lavori di Shinji Aoyama, Kiyoshi Kurosawa e Hong Sang-soo. Attesa anche per Il Concorso cineasti del presente, che comprende 16 film, di cui 14 in prima mondiale e 14 opere prime che prediligono la sperimentazione.

Dopo le polemiche della scorsa edizione per la presenza di un solo film italiano, quest'anno il festival valorizza il cinema nostrano, secondo una logica di maggiore attenzione del neo direttore artistico torinese Carlo Chatrian. Così, a concorrere per il Pardo d'oro ci sarà Sangue di Pippo Delbono, un'opera low budget, girata interamente con un telefonino e una piccola camera e incentrata sulla tematica non convenzionale dell'amicizia tra un artista di teatro e l'ex brigatista Giovanni Senzani. In Piazza Grande, fuori concorso, vedremo invece La variabile umana di Bruno Oliviero, una detective story con Silvio Orlando protagonista, un film che oltrepassa i canoni di genere per raccontare Milano e le persone che la abitano oggi.

Già in questa prima giornata si entra nel vivo delle retrospettive e degli omaggi a grandi cineasti, altro fiore all'occhiello di un festival radicato nella contemporaneità, ma che non dimentica il passato. Quest'anno rivedremo una cinquantina di film del campione delle commedie hollywoodiane sofisticate George Cukor, mentre premi speciali e omaggi saranno destinati al regista Werner Herzog (che riceverà il Pardo d'onore e presenterà la seconda serie dei suoi documentari Death Row), all'ideatore degli effetti speciali di Blade Runner e 2001: Odissea nello spazio Douglas Trumbull e alle attrici Anna Karina, Faye Dunaway e Jacqueline Bisset. Prestigio italiano per il Pardo alla carriera a Sergio Castellitto, che incontrerà il pubblico del festival al pari del regista georgiano Otar Iosseliani, insignito del medesimo riconoscimento.

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