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ONDA&FUORIONDA

Mezzo secolo fa: Blowin' in the Wind.
di Pino Farinotti

Bob Dylan (Robert Allen Zimmerman) (83 anni) 24 maggio 1941, Duluth (Minnesota - USA) - Gemelli.

sabato 29 giugno 2013 - Focus

Nel giugno del 1963 veniva pubblicato in America l'album "The Freewheelin' Bob Dylan". Conteneva una canzone dal titolo "Blowin' in the Wind".
Ho consultato il dizionario Tutto Novecento, della DeAgostini. L'anno 1963 contiene tutte le informazioni fondamentali, politica, scienza, cultura, correnti, nomi, titoli, Paesi eccetera. Alcune citazioni: Warhol (Green Dicaster), Lucio Fontana (Concetto spaziale), Oldenburg (Macchina da scrivere fantastica), per l'arte figurativa, 8 e ½ (Fellini), Gli uccelli (Hitchcock) e Il Gattopardo (Visconti) per il cinema; Nureyev e Fontayn (La dame aux camélias) per la danza. Ricordabile anche il Gruppo 63, movimento letterario di cui facevano parte autori come Eco, Arbasino e Sanguineti.
Solo un titolo, fra le centinaia, si distingue perché è in grassetto, ed è l'unico. "Blowin' in the Wind", di Bob Dylan. Ho spesso scritto di opere e autori ai quali dobbiamo la nostra educazione sentimentale, e quella intellettuale. Romanzi, opere d'arte, film, musica. Questa ballata di Dylan non può che occupare un posto di assoluto privilegio nella gerarchia. Una gerarchia non solo mia, ma di tutti o quasi. "Blowin' in the Wind" è un manifesto del pacifismo e della presa d'atto di vicende e di parti di storia con le quali abbiamo dovuto fare i conti, che hanno condizionato, e condizionano le nostre vite.

Robert Allen Zimmerman (Dylan, appunto) proviene da una famiglia ebrea dalla storia dolente e profonda. I nonni paterni dovettero fuggire dall'Ucraina per le persecuzioni del 1905. Arrivarono a Hibbing, nel Minnesota dove Robert crebbe e cominciò, adolescente a fare l'artista. L'atavica angoscia della sua razza ne avevano fatto, come spesso accade, una personalità dalla sensibilità superiore. Consapevolezza, intelligenza, talento. Una componente di base che il ragazzo, diventato Bob, sviluppò come sappiamo.

Tutto
Dylan suonava, cantava, componeva, recitava, scriveva. La qualità di tutto la conosciamo. Così, nei primi anni sessanta, la sua attitudine e la sua maturazione lo portarono ad assumere quelle informazioni, quel sentimento e quella cultura, come una dotazione naturale, come in un sortilegio che appartiene a quelli che hanno una grazia esclusiva. E in quell'America c'era davvero tanto da assumere. Il dopoguerra aveva decretato l'angoscia nucleare, solo l'anno prima, nel '62, il mondo aveva sfiorato l'ultima catastrofe con la crisi di Cuba, i due Vietnam nemici promettevano un'opzione di guerra, e si sa che per gli Usa un'opzione di guerra vuol dire guerra. E' l'attitudine ed è la maledizione americana. Non della gente certo, ma delle amministrazioni. Nella ballata Bob si domanda: "quante volte le palle di cannone dovranno volare prima che siano per sempre bandite?" Sa bene che quelle palle voleranno in eterno, nei tempi, nelle generazioni, nelle amministrazioni. La gente, i giovani soprattutto, non stavano coi presidenti Kennedy e Johnson, stavano con Dylan. Cinquant'anni dopo lo vediamo, l'invocazione del magnifico trovatore va sul sicuro, come un'onda perenne sopra i luoghi della gioventù del mondo, un'onda buona allora come adesso, come in futuro.
Non so se "Blowin' in the Wind" sia poesia intesa come alta, come le metafore figurate dei poeti accreditati, gli Eliot, i Montale o i Neruda. Ma so che si tratta di un puro gettito del cuore, semplice e ingenuo, ed è per questo che ... è l'unico in grassetto di quel 1963. Certo, vale la musica di Dylan e vale la sua voce, così intensa, e graffiante come l'impetrazione di un profeta che vuole metterti sull'avviso. Pace, pericolo nucleare, diritti civili: era anche l'anno di Luther King col suo "I Have a Dream", altra naturale assunzione di Dylan. "Blowin' in the Wind" è un sortilegio che ha sorpassato il suo creatore, adottata dai più grandi cantanti senza antagonismi. E' patrimonio adottato da tutti.
Eccola:

Quante strade deve percorrere un uomo
Prima che lo si possa chiamare uomo?
Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
Prima che possa riposare nella sabbia?
Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare
Prima che siano per sempre bandite?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento  

Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
Prima che riesca a vedere il cielo?
Sì, e quante orecchie deve avere un uomo
Prima che possa ascoltare la gente piangere?
Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia
Che troppe persone sono morte?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento

  Quanti anni può esistere una montagna
Prima di essere spazzata fino al mare?
Sì, e quanti anni la gente deve vivere
Prima che possa essere finalmente libera?
Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa
Fingendo di non vedere?
La risposta, amico, sta soffiando nel vento  
La risposta sta soffiando nel vento

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