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È sempre stato tempo di Bond: adesso le 'girls'

I lettori del Sun determinano il gradimento delle ragazze.
di Rossella Farinotti

In foto Ursula Andress in una scena del film Agente 007, licenza di uccidere .
Ursula Andress (88 anni) 19 marzo 1936, Berna (Svizzera) - Pesci. Interpreta Honey Ryder nel film di Terence Young Agente 007 - Licenza di uccidere.

martedì 2 ottobre 2012 - News

È sempre tempo di Bond. Se ne parla davvero tanto: il mezzo secolo dal primo Agente 007, licenza di uccidere, la grancassa per il nuovo film in uscita, Daniel Craig-007 che fa un filmato con la regina Elisabetta, la birra Heineken che prende il posto di bevande più nobili. Non potevano mancare, a questo punto, le Bond-girls. Un segnale, di quelli che si fanno vedere, arriva dagli inglesi, che amano statistiche e classifiche. Il Sun, tabloid britannico, ha indetto un concorso presso i suoi lettori per determinare il gradimento delle ragazze che, nei cinquant'anni di vita della serie cinematografica più lunga e ricca di tutti i tempi, hanno accompagnato nelle storie e nei letti, i vari 007 che si sono susseguiti.
Reginetta assoluta Ursula Andress, la prima Bond Girl in "Licenza di uccidere". Connery-007 è su un isolotto dei Caraibi sulle tracce del grande criminale dottor No. È appostato nella vegetazione in riva al mare ed ecco che dalle onde emerge Ursula, con un bikini neppure molto discinto - lo era per allora, 1962 - provocante e selvaggia che sta pescando conchiglie. L'agente naturalmente agisce da Bond, questa volta senza neppure il bisogno di presentarsi "il mio nome è Bond, James Bond". Siamo nella natura selvaggia, conta solo il momento e l'impatto. Insomma, 007 placa la selvaggia col suo fascino. Ursula Andress fu anche molto gradita da Ian Fleming, l'inventore di Bond. Morì nel 1964, in tempo per vedere le prime ragazze. Ma a Ursula concesse persino una citazione nel romanzo "Al servizio di sua maestà". La definiva "la bellissima attrice svizzera".

Il "sesso" è una parola determinante. C'entra sempre. Del resto come potrebbe essere altrimenti. Nel film successivo A 007, dalla Russia con amore tocca alla nostra Daniela Bianchi, nei panni di un'agente russa, comunista superindottrinata, diventare occidentale convinta dopo un passaggio nel letto di Bond. Nel film successivo Agente 007, missione Goldfinger, c'è un'altra evoluzione, ancora più avanzata. Pussy Galore, che guida la squadriglia aerea che spargerà il gas su Fort Knox, è interpretata da Honor Blackman, bella e formosa, oltre che ottima attrice -"esisteva" anche prima di quel ruolo- . La "comandante" è (quasi) dichiaratamente lesbica, ma Bond/Connery la attira in un fienile e con un certo impegno, ma neppure tanto, la seduce. E l'aviatrice non spargerà il gas. Erano gli anni Sessanta, ed era tutto diverso, lo erano i modelli e lo era il sesso. Il comune denominatore era il successo: essere una Bond-girl significava far carriera, anche se non era sempre così. Succedeva che occorresse fare delle vere selezioni, secondo criteri diversi: la bellezza della girl, oppure il fascino, oppure la sessualità, magari anche morbosità, all'occorrenza. E poi il colore della pelle, con le varie sfumature di scuro e, quando fu necessario, anche di giallo. Un dettaglio importante, se è vero che al secondo posto del "gradimento Sun" c'è Halle Berry, la magnifica mulatta, compagna di Pierce Brosnan/007 in 007 - La morte può attendere.

Poi c'era la... geografia. Il successo planetario degli 007 doveva tener conto anche dei Paesi in cui veniva distribuito. Si parla di marketing naturalmente. Così dopo Svizzera, Italia e Inghilterra ecco che si andava verso altri Paesi. Ottima fortuna ebbe Claudine Auger, francese, protagonista nel quarto film Agente 007, Thunderball. La Auger risulta terza nella classifica inglese. E poi tutte le altre, per opportunità ed etnie. Altre francesi di qualità come Sophie Marceau e Carole Bouquet, l'inquietante, cattiva jamaicana Grace Jones, la giapponese Akiko Wakabayashi, la svedese Britt Ekland, l'esuberante bionda californiana Jill St. John, la newyokese Barbara Bach. C'è stata un'altra italiana, non proprio protagonista, ma occorreva un contentino, Maria Grazia Cucinotta. La classifica si rende responsabile di una dimenticanza grave, la "girl" più bella di tutte, Kim Basinger, forse perché parte di un ripescaggio, di una sorta di remake: è stato quando Sean Connery, molti anni dopo il momento d'oro, nel 1983, indossò di nuovo i panni di 007 in Mai dire mai. Per sedurre Kim gli occorreva un tango sensuale, pieno di sguardi di fuoco e di giravolte. La Basinger, tre anni dopo, con 9 settimane e mezzo, si sarebbe affermata come sex symbol della sua era. Era andata oltre "Bond".

Non si può non finire con la citazione della prossima "girl", la modella cino-franco-cambogiana Berenice Marlohe, che accompagnerà Daniel Craig in Skyfall, di prossima uscita. La ragazza è piena di speranze. Anche lei spera ... di andare oltre Craig.

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