Da Elizabeth a Schindler's List per festeggiare cent'anni di cinema.
di Tirza Bonifazi
Il pianeta che gira e una sigla dorata a circondarlo: un secolo di vita raccontato in un logo – quello della Universal – che tuttavia, anche nella sua nuova grafica, continua a risvegliare ricordi cinematografici vecchi di cent'anni. In fin dei conti questa azienda, degna sopravvissuta del periodo d'oro di Hollywood, sin dalla sua fondazione avvenuta il 30 aprile 1912 è responsabile di aver portato nella vita di milioni di spettatori in tutto il mondo l'opera di geni della settima arte come Alfred Hitchcock, Steven Spielberg, Robert Zemeckis, Martin Scorsese e Peter Jackson, creatori di immagini iconiche con le quali tutti avrebbero potuto raccontare la propria storia. Così la celebrazione del centenario della Universal più di una campagna di marketing intelligente è anche il riconoscimento di un patrimonio culturale impressionante che, per la grande gioia degli amanti del (buon) cinema, si estenderà lungo tutto il 2012 grazie a diverse iniziative. Come per esempio quella di restaurare tredici tra i titoli più amati del vasto catalogo dello studio come Gli uccelli, Dracula, Frankenstein, Lo squalo, Schindler's List, La mia africa e Il buio oltre la siepe. Storie di cinema, storie di mostri e di persone mostruose, (a volte) storie vere.
La storia (vera) della Universal
D'altronde la storia che si nasconde dietro la nascita di Universal è vera. L'azienda fu fondata da Carl Laemmle, un immigrato alsaziano che dopo lo sbarco nella Terra Promessa aveva creato una linea di negozi di abbigliamento altamente redditizia. Di origine ebraica, come la maggior parte dei grandi realizzatori di cinema, viene sedotto da questa "invenzione" nel 1905, quando scopre il nikelodeon (sala adibita esclusivamente alla proiezione di film) durante un viaggio a Chicago. Da commerciante di tessuti a produttore cinematografico il passo è breve tanto che, quando si trattò di costruire le fondamenta di Hollywood, Laemmle divenne uno dei pionieri creando una città chiamata Universal City. Da allora in questa città sono nate alcune tra le più travolgenti storie (vere) dell'umanità, che in occasione dei festeggiamenti per il centenario sono state rimesse in vetrina, in bella mostra.
Storie (vere) di re, regine e dittatori
Lei era conosciuta anche come la Regina vergine, lui fu il detentore di un potere assoluto incontrastato. Figlia e padre, Elizabeth I e Enrico VIII d'Inghilterra, sono stati protagonisti di infinite rivisitazioni cinematografiche. I tre titoli d'aprile proposti dalla Universal – Elizabeth, Elizabeth -The Golden Age e L'altra donna del re – raccontano le loro storie e un'epoca lontanissima, riprodotta alla perfezione grazie ai trucchi (trucco, parrucco, costumi e scenografie) della settima arte. Alla stessa maniera la vita e morte di uno storico dittatore tedesco e tutte le brutture del nazismo sono narrate attraverso vari, distinti e personalissimi punti di vista da Quentin Tarantino (Bastardi senza gloria), Roman Polaski (Il pianista), René Clément (Parigi brucia?) e Steven Spielberg (Schindler's List).
Storie di eroi
Aprile ha in serbo inoltre le uscite di film che raccontano storie vere di coraggio ed eroicità quali Patch Adams, sul medico statunitense che porta il sorriso nelle corsie degli ospedali pediatrici agli orfani e ammalati, o Changeling, su una madre che lotta fino alla fine per scoprire la verità dietro la scomparsa del figlio. Ma anche storie di piccoli grandi eroi che nel 1999 trovano la loro raffigurazione ideale nel protagonista del film Una storia vera, dove David Lynch posa il suo sguardo visionario su un contadino della provincia nordamericana di settantatré anni che decide di intraprendere un viaggio a bordo di un tosaerba per andare a trovare il fratello che vive a quasi quattrocento chilometri di distanza. Storie che hanno segnato i cent'anni di vita della Universal. Auguri e altri cento di questi anni.
Scopri le iniziative Universal »