Rimane nel cassetto, il sogno di Damiano Russo. Voleva diventare un grande attore, era giovane, caparbio e aveva le carte in regola per farcela. Si era trasferito a Roma per avere maggiori opportunità, ma è proprio a Roma che sabato scorso, a soli ventotto anni, si è spento a seguito di un incidente in moto.

Nato a Bari nel luglio del 1983, Russo debutta al cinema con il film Io non ho la testa (1997) di Michele Lanubile. Il successo, per lui, arriva però tre anni più tardi, quando il conterraneo Sergio Rubini lo sceglie per il ruolo di Carletto in Tutto l'amore che c'è (2000). Un'interpretazione riuscita, che gli vale il Capitello d'Oro al Sannio Film Festival e gli spalanca le porte della fiction televisiva. Tra il 2001 e il 2010 Russo prende parte a progetti di rilievo quali Compagni di scuola, I liceali, Distretto di Polizia e il recente Come un delfino (2010), miniserie con Raoul Bova, Barbora Bobulova e Ricky Memphis.

Sempre al cinema, nel frattempo, Russo collabora con Susanna Tamaro per Nel mio amore (2004), con il maestro Pupi Avati in Una sconfinata giovinezza (2010) e con Giuseppe di Viesto in La maggiore età. Da segnalare anche la partecipazione a Ice Cream, pluripremiato corto di Roberto De Feo del quale andava particolarmente fiero.

Fra qualche mese Damiano Russo avrebbe iniziato le riprese del sequel di Come un delfino. "L'idea del sequel mi entusiasma" diceva, ed era felice, perché sarebbe tornato a lavorare "con persone che stimo sia professionalmente che umanamente". Quelle stesse persone che oggi lo ricordano con commozione, evidenziandone la gentilezza, la dedizione e la grande determinazione.