Nella serata d'apertura del BIFF 2011, il regista riceve l'ambito riconoscimento.
di Emanuele Sacchi
Si srotola il tappeto rosso della sedicesima edizione del Busan Film Festival e l'effetto è quello che si poteva presumere: la mole dell'impressionante Cinema Center - 30.000 metri quadrati comprensivi di un cinema all'aperto da 4000 posti - fagocita tutto quando il festival ha inizio e l'atmosfera dell'evento si fa palpabile. E non solo per quei 150 o più che si sono accampati durante la notte fuori dal Center per riuscire a strappare la prima fila davanti alla passerella.
Un tappeto rosso che accoglierà tutti o quasi i grandi del cinema asiatico (Johnnie To, Michelle Yeoh, Yonfan, Odagiri Joe) e personalità di spicco del cinema internazionale, quali Isabelle Huppert e Luc Besson, ma che ha già accolto idoli del K-pop coreano come Song Hye-ko o Ahn Sung-ki. Oltre a un ospite quasi a sorpresa, a causa delle circostanze. Il primo giorno del festival infatti è stato già giorno di premiazioni: complice la schedule durissima del film a cui sta lavorando – quel Flying Swords of Dragon Gate che già si preannuncia kolossal rivoluzionario, tanto per il mondo del 3D che per quello delle arti marziali – Tsui Hark ritira in apertura di festival, anziché in chiusura, l'ambitissimo premio come Miglior Cineasta Asiatico dell'Anno. Un onore toccato nelle edizioni passate a Hou Hsiao-hsien, Edward Yang, Tsai Ming-liang e Mohsen Makhmalbaf, per citarne alcuni. Merito di Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, ritorno ai fasti di un tempo, ma soprattutto di una carriera fantastica, capace di rivoluzionare il cinema di genere e i generi del cinema, in un cortocircuito che ha ribaltato i canoni del cinema popolare a Oriente come a Occidente. Onorato il grande Tsui Hark e incassato il successo di Always, più che convincente film di apertura, il 7 ottobre è già giorno di proiezioni intense e a ritmo continuo.
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