Dal 20 ottobre al 9 dicembre una cinemaratona lunga ben 9 festival.
di Ilaria Ravarino
Tutti a Firenze: film finlandesi e iracheni, cortometraggi congolesi e russi, lungometraggi francesi, esperimenti indiani, e naturalmente tanti, tantissimi prodotti italiani. È la rassegna cinematografica più lunga d'Italia la maratona "50 giorni di cinema internazionale a Firenze" presentata oggi a Roma alla presenza di Cristina Scaletti, Assessore regionale alla Cultura della Toscana, e Paolo Chiappini, Presidente della Fondazione Sistema Toscana, insieme a una delle ideatrici, Stefania Ippoliti, e ai direttori dei 9 festival che saranno il carburante del motore culturale fiorentino. Organizzata da Fondazione Sistema Toscana Mediateca in collaborazione con Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze, e in partnership con MYmovies, la quinta edizione della "50 giorni" porterà alla casa del cinema Odeon di Firenze, dal 20 ottobre al 9 dicembre, un totale di 150 film tra documentari e fiction, 400 ore di cinema, 7 eventi speciali e decine di ospiti internazionali.
Il tutto, sorprendentemente, al costo di 90.000 euro: lo stesso denaro che un festival "maggiore", in media, spende per una sola sezione del proprio programma. «L'anno scorso ci hanno seguiti in 50.000, a dimostrazione che l'idea di riunire nello stesso lasso tempo molti festival toscani è stata una mossa vincente – ha detto Stefania Ippoliti – quanto alle spese, la nostra resta una rassegna di qualità: noi non contiamo sul glamour, ma sui contenuti di una cinematografia che sia la più varia possibile. E che il pubblico ha dimostrato di amare». Un tesoretto di 90.000 euro (cui ha contribuito anche la Regione Toscana) che si andrà ad aggiungere al budget che ognuno dei 9 festival ha racimolato per sé: in tempo di crisi, mentre festival come Roma e Venezia s'accapigliano per i fondi, è una grande vittoria delle rassegne ingiustamente definite minori. «Abbiamo difeso il budget sulla cultura della Regione per il 2011, ed è stata una battaglia complicata ed estenuante – ha sottolineato l'Assessore Scaletti - perchè non è banale difendere la cultura, quando ci sono così tante urgenze. Ma l'incertezza che il nostro paese si trova ad affrontare ha prodotto due rischiose conseguenze: la prima è che, di questi tempi, la cultura deve difendere se stessa. Dobbiamo sempre ricordare come sia importante non solo per la sua ricaduta economica sul territorio, ma anche per il peso che ha sulla la vita individuale dei cittadini. La seconda è che se i fondi per la cultura scemano, interviene la legge del mercato. L'offerta culturale tende ad adeguarsi, scende di livello. Noi non dobbiamo permetterlo. In gioco c'è la sopravvivenza della pluralità delle culture e delle sfumature del cinema e della letteratura sperimentale, l'esistenza stessa di quella possibilità di espressione che rende la cultura ricca. La "cinquanta giorni" e i suoi nove festival sono per questo motivo fondamentali non solo per la Toscana, ma per tutta l'Italia ».
I FESTIVAL
Un programma ricco per nove festival che insieme costruiscono, con un occhio al mercato, una grande vetrina di film da ogni parte del mondo. E intorno ai festival, anche alcuni importanti eventi speciali: Insulae, Cinema che emerge – Corsica e Sardegna (24 e 27 ottobre); Intercity Festival (25 e 26 ottobre); Terra di Tutti Film Festival (2 novembre); Cinema Africano (10 novembre); Italian Doc Screenings (16-19 novembre); la premiazione de "I raccorti sociali" (20 novembre); gli Stati Generali del documentario in Toscana (26 novembre).
Ad aprire la rassegna, dal 20 al 23 ottobre, sarà France Odeon, che porterà a Firenze il meglio della cinematografia francese contemporanea alla presenza dei suoi protagonisti. Per il Direttore Francesco Raniero Martinotti «la linea del nostro festival consisterà nel mostrare la varietà del panorama, senza essere razzisti nei confronti dei generi. Sarà senz'altro rappresentato il cinema d'autore, quello che gira anche a Venezia e Torino, ma avremo anche commedie, film di genere e da grande pubblico. Nonostante la recessione il nostro festival è diventato più ricco e alcune distribuzioni hanno voluto fare le loro anteprime qui: tra loro la Bim, che ci ha concesso il film premiato a Cannes The artist di Michel Hazanavicius, che insieme a Le moine di Dominik Moll, che speriamo verrà a presentare Vincent Cassel in persona, sarà una delle perle della nostra rassegna». Il filo rosso del festival legherà invece la Francia all'Italia: «Negli ultimi due anni molti attori italiani hanno lavorato nei film francesi, dalla Golino a Servillo, da Scamarcio alla Trinca, e ogni giorno proietteremo un film francese con un interprete italiano».
Intermezzo nordico il 28 e 29 ottobre, con la rassegna sul cinema finlandese Una Finestra sul Nord, che si "delocalizzerà" con la proiezione del documentario di Mika Kaurismäki Mama Africa sulla cantante Miriam Makeba, e a seguire, dal 30 ottobre al 1 novembre, Immagini e suoni dal mondo, la rassegna pensata per raccontare le sonorità del grande schermo: in programma un cine-concerto con musiche dai film di Herzog e la proiezione di Infedels di Kiarostami Jr. sulla musica degli zingari iraniani, del documentario Heavy metal in Baghdad di Eddy Moretti e Suroosh Alvi, oltre a numerosi film dall'India, dal Congo e dall'Uganda.
Dal 4 al 9 novembre sarà la volta di uno dei più antichi festival toscani, il Festival Internazionale di Cinema e Donne, che per la Direttrice Paola Paoli «sarà dedicato al valore delle donne, che quest'anno in Italia sono state in prima linea mobilitandosi per la giustizia e i diritti con il movimento "Se non ora quando", e alla riflessione sul valore del loro lavoro nel cinema. Intendiamo per questo omaggiare la distribuzione New Day, fondata negli anni '70 da cinque donne e un uomo, che oggi è diventata una company in grado di distribuire documentari in tutto il mondo, e dedicheremo una parte del festival alle pioniere, donne che sanno transitare in campi diversi dell'arte». In programma anche la musica, con il "Premio Gilda all'immagine femminile in cambiamento" a Misia, celebre cantante di fado portoghese, «perché la sua musica – dice la Paoli - non è solo saudade, ma anche lotta».
Si rinnoverà dal 12 al 19 novembre il tradizionale appuntamento con il Festival dei Popoli, per una 52ª edizione che promette di spingersi ai confini del documentario per esplorarne le contaminazioni con altri generi, dalla finzione all'animazione alla più pura sperimentazione. Vivace il concorso, articolato in due sezioni, notevole la retrospettiva dedicata a Isaki lacuesta, giovane e affermato regista catalano, paladino del cinema di ricerca. Dal 21 al 24 novembre sarà la volta de Lo Schermo dell'arte Film Festival, che da quattro anni promuove l'interdisciplinarietà tra cinema e arte contemporanea. Due le anime del festival, nato come costola del Festival dei Popoli e oggi autonomo: da una parte i documentari, dall'altra il cosiddetto "cinema d'artista". Lo Schermo dell'arte presenterà inoltre dal 19 novembre al 3 dicembre a CANGO-Cantieri Goldonetta anche una video installazione di Omer Fast, uno degli artisti contemporanei più famosi al mondo, ospite in questi giorni della Biennale di Venezia.
«Festosità e riflessione» saranno le parole d'ordine del Florence Queer Festival, dal 25 novembre al 1 dicembre, nona edizione della rassegna che si propone di (contro)informare sul mondo LGBTI e non solo: anteprime di film, documentari internazionali, una retrospettiva dedicata al pioniere del cinema queer Werner Schroeter e un focus sul cinema LGBTI svedese. Chiuderanno la 50 giorni il River to River – Florence Indian Festival, dal 2 all'8 dicembre con una retrospettiva dedicata al Premio Nobel per la Letteratura Rabindranath Tagore, e il Premio Nice Città di Firenze (9 dicembre) che da 21 anni promuove opere prime e seconde all'estero, e che quest'anno omaggerà Daniele Luchetti, un regista che proprio con il Nice fu premiato all'inizio della sua carriera.