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The Old Republic, le guerre stellari non finiscono mai

La storia antica del mondo di Lucas torna in un videogioco MMORPG.
di Gabriele Niola


mercoledì 27 luglio 2011 - News

Nello sconfinato universo mediatico che ruota attorno a Guerre Stellari (un sistema composto da lungometraggi, cortometraggi, cartoni animati, serie tv, fumetti, libri e videogiochi), i 6 film passati al cinema sono solo la parte più in vista di una mitologia e una storia, con la S maiuscola, che è continuamente ampliata attraverso media differenti.
Ultimo in ordine di tempo arriverà questo autunno "Star Wars: The Old Republic", un videogioco MMORPG (quelli che creano un universo ludico cui collegarsi e nel quale giocare con il proprio personaggio assieme e contemporaneamente a tutti gli altri videogiocatori del mondo, in stile "World of Warcraft"), sviluppato dalla Bioware, già responsabile della saga Mass Effect, e caratterizzato, già a partire dai primi filmati diffusi, da un piglio e una narrazione per molti versi cinematograficamente superiori alla vituperata "nuova trilogia".
Che quello videoludico sia il terreno migliore su cui ampliare l'universo di Lucas è subito evidente, basta vedere come le prime immagini di "Star Wars: The Old Republic" mostrino il prologo e l'ambientazione e da come tutto sia orchestrato tra fasi di gioco a terra e nello spazio. Il gioco consente infatti di prendere le parti della Repubblica o dell'Impero, promettendo un'astronave personale e personalizzabile in dotazione ad ogni giocatore.

Tanto (tantissimo) tempo fa in una galassia lontana lontana...
I presupposti da cui parte la trama di "Star Wars: The Old Republic" sono pura storia antica dell'universo lucasiano. Si parla di 3.500 anni prima degli eventi raccontati in Episodio I (solo un altro gioco, "Star Wars: Knights of The Old Republic" scavava ancora più a fondo andando a raccontare di fatti di 500 anni più vecchi), quando la Repubblica dominava la galassia e all'impero Sith spettava un regno di minime dimensioni.
Tutto comincia quando Korriban, pianeta che storicamente era il cuore dell'Impero, viene attaccato a sorpresa da una flotta Sith. I cavalieri Jedi lasciati a guardia sono colti alla sprovvista e costretti alla fuga, nessuno si aspettava un simile ritorno. Dopo Korriban altri pianeti vengono conquistati in rapida successione sfruttando l'effetto sorpresa, fino all'attacco di Alderaan, futuro pianeta natale della principessa Leila poi distrutto dalla Morte Nera in Episodio IV. Su Alderaan i soldati della Repubblica offrono una resistenza con una forza e una tenacia tali da ridare speranza al resto delle flotte in tutta la galassia.
Visto il cambio di atteggiamento i vertici dell'Impero Sith chiedono udienza a quelli della Repubblica per siglare un accordo di pace proprio su Alderaan. Sospettando della natura oscura dei Sith, il senato della Repubblica chiama a sè i migliori membri della guardia Jedi per garantire uno svolgimento pacifico delle trattative.
Prevedendo un simile atteggiamento i Sith organizzano un attacco a Coruscant, il pianeta capitale della Repubblica dove ha sede il più importante tempio Jedi. Il sanguinoso attacco è vittorioso e la notizia della caduta di Coruscant influenza le trattative in corso, facendo pendere il trattato a favore dei Sith che ottengono così diversi sistemi stellari e il riconoscimento di nuovi confini per il loro impero. A questo punto la pace sembra ristabilita per diversi anni, ma è opinione di tutti che una nuova guerra sia quasi inevitabile.

Meno tasse e più astronavi per tutti
Come inaugurato dalla "nuova trilogia" anche "Star Wars: The Old Republic" avrà una forte componente di intrigo politico. Tra alleanze, doveri istituzionali e pratiche burocratiche si inseriscono però anche diverse dinamiche più tipicamente videoludiche come premi, obiettivi da conquistare, accumulo di privilegi e via dicendo.
"The Old Republic" è anche un gioco sociale e i giocatori potranno da subito scegliere a quale fazione aderire, se la Repubblica Galattica o l'Impero dei Sith. Da questa prima scelta dipenderanno molti degli obiettivi e dei doveri morali ed etici cui il proprio personaggio dovrà attenersi nel relazionarsi con gli altri giocatori o nel procedere verso i propri obiettivi. Ad ognuno inoltre viene assegnato una spalla non giocabile, ovvero un personaggio comandato dal computer (o sarebbe più corretto dire dall'intelligenza artificiale del gioco), oltre ad un'astronave per spostarsi tra tutti pianeti visitabili. Tra questi spiccano i più noti agli affezionati: Korriban, Ord Mantell, Nal Hutta, Tython,Coruscant, Balmorra, Alderaan, Tatooine, Dromund Kaas, Taris, Belsavis, Voss, Hoth, Corellia, Ilum and Quesh e la luna Nar Shaddaa.
Le sequenze di viaggio in astronave tra pianeti, al pari dei momenti di guerra aerospaziale, non saranno però "open world", cioè il giocatore non sarà libero di prendere la strada che preferisce per raggiungere un punto ma potrà muovere la navicella o aumentarne e diminuirne la velocità a partire da un percorso immutabile fissato dal gioco.
Se da un lato questo comporta che si perda un certo tipo di giocabilità, dall'altro l'idea era di guadagnare parentela con il cinema. I personaggi (compresi quelli dei giocatori) saranno infatti tutti dotati di un sistema di dialogo e potranno parlare in una maniera simile a come avviene in "Mass Effect", gioco sempre progettato dalla Bioware.

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