Il desiderio di aiutare il popolo giapponese è la prerogativa della tredicesima edizione del FEFF. Ieri, dopo una panoramica sugli amori di Hong Kong (Lover's Discourse), declinati con stile dalla coppia formata dagli esordienti Derek Tsang e Jimmy Wan, l'attenzione si è concentrata nuovamente sul recente disastro nipponico. Il terremoto, lo tsunami e la crisi nucleare sono le tre emergenze che hanno devastato il paese, riducendolo in pochi minuti in terra di allerta permanente. Il festival dedica l'iniziativa FEFF For Japan alle vittime della catastrofe ma fa qualcosa di più, cercando di rispondere alle domande che in molti ci stiamo facendo: i danni di Fukushima sono davvero paragonabili a quelli mostruosi di Chernobyl? O è la tendenza all'allarmismo di una certa schiera politica a farci credere qualcosa di molto più invasivo e terrificante? Sul palco del Teatro Nuovo il giornalista Pio D'Emilia, inviato in Giappone durante il terremoto, parla con sicurezza e racconta di come, al momento, oltre all'incredibile e commovente voglia di ricostruire del popolo nipponico, dovremmo rassicurarci sul fatto che la radioattività a un chilometro da Fukushima è la stessa che invade il centro cittadino di Udine. Per ora qualsiasi forma di allarmismo è inutile e controproducente. Un messaggio di speranza raccontato da un giornalista che ha vissuto quei terribili momenti; un anelito ad avere ancora voglia di confrontarci con ciò che ci sembra dall'altra parte del mondo, così lontano e così diverso, per comprendere la verità dei fatti. Dopo l'intervento di D'Emilia gli spettatori del FEFF si sono lasciati travolgere dal thriller psicologico di Nakashima Tetsuya, Confessions, un film ricchissimo che, con un gusto estetico originale, ha conquistato il pubblico presente in sala. Una serata che, attraverso l'unione di voci diverse, ha realizzato uno straordinario scambio culturale: un gioiello artistico del cinema giapponese (che ci auguriamo venga premiato a fine festival), un giornalista italiano adottato dall'oriente e il desiderio degli spettatori di ascoltare gli altri per riuscire ad accettare anche ciò che sta oltre confine.

Il ritorno al FEFF di Johnnie To
Oggi, dopo una mattinata nuovamente dedicata alla commedia del passato, il programma del festival prosegue con un film intriso di elegante umorismo, Night Market Hero, direttamente da Taiwan, dov'è diventato in breve il terzo campione d'incassi degli ultimi decenni. Da un grande successo inaspettato a uno atteso e aspirato. Stasera infatti va in scena il ritorno della ditta Johnnie To e Wai Ka-fai, con la commedia romantica Don't Go Breaking My Heart. A Udine in anteprima europea, il film racconta le disavventure sentimentali di una splendida analista finanziaria contesa da due corteggiatori molto intraprendenti. Johnnie To, uno dei nomi più cari agli organizzatori e agli spettatori di Far East Film, è adorato dal pubblico (il memorabile A Hero Never Dies si è aggiudicato il primissimo Audience Award).
Hongkonghese per nascita, e "udinese" per affettuosa adozione, To ha inoltre voluto girare proprio nella città friulana alcune scene della comedy Yesterday Once More. Un'amicizia importante quindi che unisce occidente e oriente nel nome del cinema. Ma la giornata cinematografica non finisce qui. Al film di Johnnie To segue Romantic Heaven del sud-coreano Jang Jin, un viaggio surreale nel mondo della malattia, una trama che unisce il destino di tanti in un incredibile quadro umano. E per concludere con brio la giornata arriva dalla Thailandia Bangkok Knockout di Panna Rittikrai e Morakot Kaewthanee, una corsa adrenalinica dove le arti marziali si alternano ai battiti dell'amore.