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Film nelle sale: eroi non si nasce, si diventa

Nel weekend Rango, Il rito e I ragazzi stanno bene.
di Nicoletta Dose

Una scena del film Rango di Gore Verbinski.

venerdì 11 marzo 2011 - News

Rinascere in terra di frontiera
È un camaleonte chiuso in un acquario, convinto di essere un attore formidabile e un grande maestro di vita. Disinvolto trasformista per natura e passione, viene catapultato, a causa di un imprevisto, in mezzo al nulla, al di là del Mississipi, al di qua della vita civilizzata. Messo sotto pressione dagli abitanti di Dirt, che vedono in lui la speranza del cambiamento, decide di mettere in pratica il suo talento: il tempo di impostare la schiena dritta e imbarbarire lo sguardo, e il camaleonte da acquario diventa Rango, il nuovo eroe del Far West. Ideato e realizzato da Gore Verbinski, il nuovo protagonista animato è il risultato finale di un lungo procedimento tecnico che unisce la maestranza dell'attore Johnny Depp al lavoro in digitale dei creativi del pc. L'emotion capture acquisisce i movimenti del pupillo di Tim Burton tramite piccoli sensori posizionati su viso e corpo e li riporta a Rango, il camaleonte. Notare anche la camicia a fiori sgualcita, un omaggio al personaggio di Depp in Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam. Però Rango è diverso, il suo personale viaggio non ha niente a che vedere con la voglia di evadere e di affidare all'esperienza visionaria della droga del film di Gilliam. Lui si immerge nella vita reale per difendere i buoni dai cattivi. La sua baldanza riuscirà a trovare un modo per sconfiggere i bruti del far west?

Brio e divertimento, tra Irlanda e Italia
Acqua santa o acqua salata? Dissetarsi con un buon bicchiere d'acqua a Killcoulin's Leap vuol dire recuperare sali minerali e voglia di fare l'amore. I quattro protagonisti di Holy Water di Tom Reeve, dopo aver contaminato le falde acquifere con il Viagra, dovranno affrontare una vera e propria liberazione sessuale che spezzerà l'andamento rassicurante del paesino rendendolo più martellante. I balzi e sobbalzi amorosi che i cittadini non vedevano ormai da decenni andranno contro il puritanesimo diffuso nella comunità e anche l'acqua santa, ormai privata della sua identità, non sarà più la stessa. L'acqua del mare invece è un'altra faccenda. Con Tutti al mare di Matteo Cerami, figlio del veterano Vincenzo, tra le onde che raggiungono la riva, solleticando piedi e voglia di divertirsi, si consumano le pittoresche vicende di un gruppo di villeggianti a caccia di emozioni. Lo spettatore avrà modo di anticipare l'estate, sognare la tintarella e il sole caldo sulla pelle. Nelle 24 ore che il regista ci mostra, ispirandosi esplicitamente a Casotto di Sergio Citti, al quale ruba Ninetto Davoli e Luigi Proietti, il quadro di un'umanità alla deriva, spiaggiata davanti a un chioschetto dove, con disimpegno e distrazione, va e viene un curioso campionario di personaggi.

Il diavolo c'è ma non si vede
Lo scettico è sempre alla ricerca di prove inconfutabili. È una predisposizione tipica di laici e miscredenti, di coloro che non riescono ad avere un atteggiamento fideistico e danno facilmente credito al rigore della scienza. Se un atteggiamento così empirico appartiene a un seminarista intenzionato a diventare uomo di Chiesa, allora la trama si fa interessante perché va ad indagare nei dubbi universali di tutti gli uomini. Ne Il rito (vietato ai minori di 14 anni) di Mikael Hafström, l'ortodosso Anthony Hopkins, un sacerdote specializzato in esorcismi, discute del rapporto tra scienza e religione con il giovane Colin O' Donoghue, pronto ad accogliere i dettami della Chiesa ma ostile a credere all'esistenza del diavolo. Quando si trova di fronte al caso estremo di una ragazza posseduta, dovrà mettersi in discussione e, dopo la psichiatria, affidarsi al potere risolutivo dell'esorcismo. Satana entra nel cast come presenza invisibile per farsi sempre più invadente e devastante; diventerà protagonista assoluto per ridefinire i confini tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia.

Il cinema delle donne
I dibattiti sul ruolo delle donne si sprecano, nei programmi televisivi, nelle sedi di partito, nelle chiacchierate al bar, tra un caffè e una sigaretta, tra un tè e un biscotto. I recenti accadimenti politici italiani hanno portato l'attenzione dei media sul genere femminile. Il cinema lo ha sempre fatto, a periodi con grande impegno e seria dedizione, in altri con uno spirito più giocoso e scanzonato. Il weekend di questa settimana offre un'alternativa immagine del gentil sesso, affrontando nuove tipologie di famiglia che non siano per forza legate al matrimonio tra due eterosessuali. Nella commedia drammatica I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko, Julianne Moore e Annette Bening sono innamorate tra loro, hanno due figli ma non hanno marito. Un padre c'è, ha il volto e il carisma di Mark Ruffalo, il giovane donatore di seme che ha permesso loro di rimanere incinte e mettere su famiglia. Quando i figli decidono di andare alla ricerca del loro vero padre, alle due genitrici non resta che accettare l'idea, conoscerlo e farlo entrare nella loro famiglia alternativa. Ma a quel punto il loro equilibrio non sarà più lo stesso. Donne forti ed emancipate in America, donne altrettanto indipendenti ma costrette a sottostare ad un sistema profondamente maschilista e prevaricatore in India. Il film di denuncia Gangor di Italo Spinelli racconta la vicenda invisibile di una donna, tra le tante senza diritti, del Bengala occidentale. Fotografata da un giornalista durante l'allattamento di un bimbo, viene tacciata come donna di facili costumi e presa di mira dalla polizia locale. La giustizia delle persone comuni cerca di fare il suo corso ma l'arroganza dei pregiudizi si impone sulla ragione. Anche ne Le stelle inquiete di Emanuela Piovano si racconta la storia di una donna importante, la filosofa francese Simone Weil, dal mite temperamento, dal pensiero libero e acuto.

Tutti i sogni di bambina
Leggere e colorate sono le due commedie Ramona e Beezus di Elizabeth Allen e Carissima me di Yann Samuell. Entrambe partono dai guai dell'infanzia, dagli aspetti più birichini nel primo caso, dove una bambina combina guai di tutti i tipi, a quelli più maturi nel secondo, dove la protagonista decide di scrivere delle lunghe lettere piene di promesse sul futuro. Tra i protagonisti del primo film spicca Selena Gomez, piccola diva della televisione americana, ormai conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, nei panni della sorella maggiore della piccola peste Joey King. Nel secondo invece ritroviamo Sophie Marceau, bella, elegante, innamorata e rigidamente devota alla carriera professionale. Almeno fino a quando il caso la riporta a pensare ai sogni di bambina, rilegge le sue vecchie lettere e rivoluziona per sempre la sua vita.

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